Nuovo Stadio San Donato: caso Ue e bonifiche, ecco i nuovi ostacoli

By Luca Maninetti -

Lunedì il progetto del nuovo stadio è stato presentato al Comune di San Donato in una riunione tenutasi nel più completo segreto, con un embargo alla stampa su termini e tempi. Secondo quanto appreso dal Fatto Quotidiano , però, ci sono ancora degli aspetti che il Milan dovrà affrontare prima che il progetto diventi realtà, anche se il club ha stanziato 40 milioni di euro di spese pre-progetto.

La storia del terreno su cui costruire lo stadio è tortuosa. Si comincia con l’Eni e dal 1993 ha cambiato proprietà quattro volte, passando di figura in figura dall’Eni al Council, poi alla Asio società del Delaware (paradiso fiscale americano) e fino a Cassinari & Partners che ha rivenduto la società Sportlifecity a Milano per la costruzione dello stadio.

È in corso un tenzioso tra Asio e Comune per 13,5 milioni di euro che Cassinari & Partners ha tenuto fuori dalle trattative avute con i rossoneri, che invece dovranno raggiungere una cifra non inferiore a 4,5 milioni di euro contestualmente all’ufficialità. acquisto del terreno dalla stessa C&P. In sostanza, circa 10 milioni di euro in più.

Un altro tema su cui si è ampiamente dibattuto in Consiglio Comunale è quello della bonifica inevitabilmente necessaria per poter iniziare a costruire su quel terreno, da tempo inutilizzato. Non è solo una questione ambientale, ma anche quella dei permessi necessari per avviare eventuali nuove costruzioni. Chi li approverà? Anche qui la domanda è rimasta senza risposta.

L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Maria Angela Danzì vuole risposte su questo tema, che riguarda anche il costo al metro quadro di quel terreno, ed è pronta a portare il caso all’Unione Europea.

I comitati cittadini sono contrari a un ulteriore consumo di territorio in un’area adiacente al Parco Agricolo Sud Milano, organismo che ha già votato all’unanimità no a qualsiasi progetto di consumo di suolo ammantato di modernità e progresso. Presenterò un’interrogazione  urgente alla Commissione europea.E stiamo valutando se promuovere un referendum cittadino a San Donato.Chiediamo  anche una volta per tutte che Palazzo Marino si faccia carico della discussione di San Siro, facendo realizzare uno studio di fattibilità sulla ristrutturazione del Meazza, senza restare in balia delle squadre “.

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