Il futuro dello stadio San Siro continua a essere al centro del dibattito tra le due grandi squadre di Milano e le istituzioni. Milan e Inter hanno recentemente presentato una proposta congiunta per l’acquisto dell’impianto, con la speranza di chiudere la trattativa prima dell’estate. Tuttavia, una nuova indagine sulla vendita potrebbe complicare ulteriormente i piani.
La questione dei posti (meno di San Siro) e il malcontento dei tifosi
Uno dei punti più controversi del progetto per il nuovo stadio riguarda la riduzione della capienza destinata ai tifosi. Secondo quanto riportato da Tuttosport, il numero di posti per il pubblico generale scenderà a 62.000, ben al di sotto dell’affluenza attuale. Questo taglio è motivato dalla volontà dei club di inserire 9.000 posti corporate, destinati a sponsor e clienti d’élite. La decisione ha immediatamente sollevato polemiche tra i tifosi, già in tensione con le dirigenze.
Per alcuni osservatori, questa scelta conferma un cambio di direzione nella gestione del tifo: si punta più ai clienti che ai tifosi appassionati, rischiando di alienare una fetta fondamentale della comunità calcistica milanese. Il dibattito si concentra proprio su questa trasformazione, che potrebbe cambiare radicalmente l’atmosfera dello stadio e il legame tra il club e i suoi sostenitori.
Il ruolo della procura nella vendita dello Stadio
Mentre Milan e Inter sperano di concludere l’acquisto di San Siro, un nuovo ostacolo è emerso. Secondo il Corriere di Milano, la Procura ha deciso di intervenire per verificare la correttezza della vendita. Sebbene non vi siano al momento sospettati o ipotesi di reato, l’indagine nasce dalla denuncia di Luigi Corbani, ex vicesindaco di Milano. Il nodo della questione riguarda il prezzo (73 milioni di euro) concordato, che alcuni considerano un “regalo” alle due società e un potenziale danno per le casse pubbliche.
“Cederlo a 73 milioni è una svalutazione dell’impianto. La cifra è un valore farlocco. Vorrebbe dire che le aree intorno al Meazza sono vendute a ribasso: 280 mila metri quadrati per 124 milioni. Tradotto 400 euro per metro quadrato. A rimetterci siamo noi cittadini, che stiamo appesi a questa vicenda che ormai è diventata una telenovela” ha detto Corbani.
Questo ulteriore sviluppo potrebbe allungare i tempi della trattativa e generare nuove tensioni con l’amministrazione comunale. Nei mesi scorsi, il sindaco Beppe Sala ha espresso più volte frustrazione per i ritardi nella decisione sul futuro di San Siro, intervenendo regolarmente sulla vicenda. Ora, con l’indagine in corso, il percorso verso l’acquisizione dello stadio si fa ancora più incerto.
Quale futuro per San Siro?

A commento dell’accaduto è Giseppe Sala, sindaco di Milano, che ha voluto chiarire la vicenda: “La procura, quando dei cittadini fanno una denuncia, apre un fascicolo e poi decide come classificarlo. Si parla del prezzo a cui venderemo San Siro. La valutazione l’abbiamo fatta fare all’Agenzia delle Entrate, quindi a un organismo dello Stato. Non so a chi meglio avremmo potuto farla fare”.
Resta ora da vedere quali saranno i prossimi sviluppi. Con la stagione calcistica che avanza e le tempistiche che si accorciano, la questione San Siro rimane una delle più delicate nel panorama sportivo italiano. I tifosi, intanto, attendono risposte concrete, sperando che la loro voce venga ascoltata in un momento cruciale per il futuro del calcio milanese.