Cardinale e Ibrahimovic ‘spaventano’ Pioli: “Siamo insoddisfatti. Si cambierà”

By Mario Labate -

Intervistati dal Financial Times, Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic hanno annunciato grandi cambiamenti nell’immediato futuro per il Milan. 

Da quando, 18 mesi fa, Red Bird ha rilevato il Milan da Elliott Management sono stati fatti grandi cambiamenti nella strategia del club, ma anche operazioni controverse sia a livello dirigenziale che tecnico.

In primo luogo, il progetto del club è leggermente cambiato con la dirigenza che ha deciso di puntare su un progetto tecnico fatto da calciatori giovani e dal potenziale ancora non totalmente esplorato. Profili come Samuel Chukwueze e Tijjani Reijnders, arrivati la scorsa estate, ne sono un fulgido esempio.

Non sono mancate come detto però anche le decisioni difficili e controverse come la cessione di Sandro Tonali al Newcastle e il depennamento dalla nomenclatura societaria di una figura leggendaria come Paolo Maldini.

Due scelte distanti ma simili che sottolineano come per Red Bird il risultato conti anche più della storia, recente o passata, e di come tutto e tutti possano essere messi in discussione per il bene del progetto.

In questo momento della stagione il Milan ha pochi obiettivi ancora in ballo: la vittoria dell’Europa League è il più prestigioso considerando un’ormai scontata qualificazione alla prossima Champions. Un’annata non di certo positiva per il Diavolo che guarda al futuro con l’idea di cambiare nuovamente le carte in tavola.

Di questo e di tanto altro hanno parlato ieri Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic, presenti sul palco di un evento organizzato dal Financial Times. Vi riportiamo la doppia intervista completa.

L’intervista di Cardinale al Financial Times

Sono passati 18 mesi da quando sei diventato proprietario del Milan. Nei primi nove mesi diciamo che hai osservato e studiato il club. Dopodiché hai iniziato a prendere decisioni importanti, come portare Zlatan. Hai fatto anche scelte difficili, come separarti da Maldini o vendere Tonali. Qual è la tua visione per il club?

“Sono stati 18 mesi molto lunghi. Mi sono detto che se avessi fatto una cosa del genere in un grande club europeo non l’avrei fatto con la pistola puntata, quindi mi sono preso un anno per studiare, guardare e capire di più.

“Nei miei 30 anni di carriera, ho avuto il privilegio di stare vicino ai migliori proprietari sportivi americani, negli ultimi cinque anni ho avuto il privilegio di stare vicino al Liverpool e diventare il proprietario del Tolosa… È stato un processo di apprendimento .

“Sapevo che al Milan sarebbe stato più di un processo di apprendimento. Ciò che abbiamo fatto negli ultimi 18 mesi è stato mettere i pezzi al posto giusto per dare forma alla nostra “Tesi di investimento” [strategia di investimento]. 

Cardiale: “Il calcio europeo deve cambiare”

“Ci sono diversi progetti: attorno al Milan, attorno alla Serie A. Dobbiamo essere ‘agenti di cambiamento’. Ciò che sta accadendo in Italia, ma francamente anche in tutta Europa, si può definire un po’ una follia.

“Tutti vogliono un risultato diverso, tutti vogliono vincere. Il mondo è cambiato, il Milan è dov’è adesso, la squadra che vince più Champions League al mondo dopo il Real Madrid, grazie a Silvio Berlusconi. Il modo in cui è riuscito a farlo non è più una strada percorribile”.

“E lo dico, umilmente, avendo vissuto la mia carriera sportiva con Steinbrenner [proprietario principale dei New York Yankees dal 1973 fino al 2010] Steinbrenner stava al baseball come Berlusconi stava al calcio europeo.

“Non possiamo più vincere in questo modo. Dobbiamo trovare modi più intelligenti per farlo. E dal punto di vista degli investimenti, l’obiettivo è vincere in modo coerente. I tifosi e la gente sono molto coinvolti e la loro razionalità scompare: poiché siamo umani, tutti vogliamo vincere.

“Ma nessuno vuole vincere più di me. Sono enormemente allineato con i tifosi in Italia, ma ho un lavoro da fare. E il mio obiettivo è vincere con costanza. E il valore dell’intero movimento continuerà a crescere solo se la competitività sarà sempre presente.

“Vogliamo vincere Serie A e Champions League ogni anno, ma il tutto perderebbe valore. La pietra angolare dello sport è l’imprevedibilità dell’elemento umano. È un discorso più ampio, ma quello che sta succedendo nello sport oggi è preoccupante”.

Cardinale: “Non sono soddisfatto, ci saranno dei cambiamenti”

Perché hai scelto di portare Ibra a Red Bird e al Milan?

“La cosa bella di averlo guardato per un anno è che ho avuto la possibilità di conoscere Zlatan. Quando l’ho incontrato ero molto curioso” .

“Quando qualcuno compra un club comincia a mettere dentro vari consulenti e dirigenti, tutte cose che gente come me conosce. Ma chi conosce il calcio europeo e il Milan meglio di Ibra? È il più grande uomo di squadra che abbia mai incontrato.

“Non parlo solo del campo: della sua umiltà, della sua intelligenza. Abbiamo esperienza lavorando con persone come lui, da Dwayne Johnson a LeBron James passando per Ben Affleck e Matt Demon, e in Zlatan vedo le stesse cose.

“Se riesci a trovare persone in grado di uscire dal loro mondo ed entrare nel mio, allora crei una partnership molto potente”.

Potrebbero esserci grandi cambiamenti al Milan quest’estate?

“Penso di sapere cosa mi stai chiedendo. Cambiare non è una brutta parola. Mi affido a Zlatan per i suoi consigli e il suo punto di vista. Tutto intorno a Milano ha bisogno di ‘cambiare’, anche se userei un’altra parola: ‘evolvere’.

“Cambiamento è una parola bianca e nera, come se dovessimo buttare via tutto e ricominciare da capo. Non c’è bisogno. Evolvere è un processo migliore. Guarderemo allo staff, abbiamo avuto tanti infortuni.

“Io non sono soddisfatto, non è soddisfatto Zlatan, avremmo voluto essere al primo posto in Serie A. Ma ci arriveremo. Siamo una squadra giovane e nuova che al momento non se la passa male. Ma non fare male non significa necessariamente fare bene, giusto? Abbiamo del lavoro da fare.”

Ibrahimovic è la voce di Cardinale in Italia

“Per come è gestito il calcio europeo, tutti vogliono sapere chi li rappresenta, chi è il presidente, dov’è il presidente? Queste cose richiedono un approccio multidisciplinare. Zlatan mi permette di essere negli States e in campo a Milano contemporaneamente.

“Lo abbiamo assunto a RedBird appositamente per tutto ciò che può fare nel calcio. Ma soprattutto è il mio procuratore [liason]. Parliamo più volte al giorno e lui ha l’autorità per essere la mia voce con i giocatori, con lo staff, con tutti al Milan.

“È molto importante soprattutto perché ha tanta credibilità per farlo. Se avessi preso uno di New York e lo avessi messo al Milan avrebbe molta meno credibilità di Zlatan”. 

“Il modo in cui Zlatan parla ai giocatori, facendo da intermediario per la proprietà, è unico. Non voglio andare nello spogliatoio a farlo, voglio che lo faccia Zlatan. Sia io che i tifosi abbiamo un “lavoro”, sono miei partner in tutto questo. Supportano la parte emotiva, è fantastico.

“Il mio lavoro è creare valore e non posso farlo se sono coinvolto emotivamente. È difficile da fare, devi essere disciplinato. Anch’io sono un essere umano, voglio vincere più di chiunque altro.

“C’è sempre qualcuno come Zlatan nelle squadre vincenti, qualcuno che ha voglia di vincere, ma io non avrei la stessa credibilità di chi ha vinto. Serve una figura così nello spogliatoio che instilli quel tipo di urgenza”.

Cosa accadrebbe se non foste d’accordo su qualcosa?

“Quando abbiamo iniziato a parlare di questo, la cosa più importante che guardo in qualcuno quando devo portarlo a RedBird è se siamo allineati in termini di valori, cultura e obiettivi. Mi è stato subito chiaro che eravamo affini.

“Ad oggi non c’è stato alcun disaccordo: io imparo molto da lui e spero che anche lui impari lo stesso da me. Finora è andata alla grande, e non perché siamo nella fase di “luna di miele” in cui tutto sta andando bene, ma perché abbiamo già visto dall’inizio che ci sosteniamo a vicenda sugli obiettivi”.

L’intervista di Ibrahimovic al Financial Times

Come ha fatto Cardinale a convincerti ad accettare questo ruolo? Ti ha promesso di diventare miliardario?

“E chi dice che non lo sia già? [lui ride]. Ho incontrato Cardinale tre mesi dopo che mi ero ritirato dal calcio, l’ho conosciuto ed era aperto al mio modo di vivere, al modo in cui faccio le cose. Quando sei un calciatore professionista segui un programma preciso e la tua vita è meno libera, poi finalmente io ero libero…

“Ma Gerry mi ha mandato una foto e mi ha fatto un’offerta che non potevo rifiutare. Cardinale mi ha aperto le porte, mi ha dato un’opportunità in un mondo diverso da quello che fino a quel momento per me era “normale”. Ma sono emozionato, ho molta ambizione. È tutto nuovo, ricomincio da zero. Ho tanto da imparare, tanto da migliorare, ma tanta voglia di fare del mio meglio passo dopo passo. Sono concentrato sul Milan. Il segreto del successo è il duro lavoro. Abbiamo una grande ambizione: c’è la visione di Cardinale e la visione italiana”.

Ibrahimovic: “Ora l’amicizia non conta. Devo prendere decisioni difficili”

Che rapporto hai con lo staff? Cosa è cambiato?

“Non ho molto da dire, è facile… No, sto scherzando! Sono un ex giocatore, ero con questi ragazzi fino a qualche mese fa. C’è un enorme rispetto tra noi e, ovviamente, la situazione è cambiata con il ruolo che ricopro oggi. Bisogna prendere decisioni non facili, non essere amici, per il bene della squadra, del club e per il futuro.

“Devo aiutare diversamente. Sono fiducioso per il futuro: è una squadra giovane, bella, si può vincere, la squadra sta migliorando, il management attorno sta crescendo; ci sono mentalità diverse, opinioni diverse”.

Com’è la Serie A?

“Ovviamente c’è un grosso divario tra la Serie A e gli altri campionati, a cominciare dal budget. C’è un effetto domino: con tutto il rispetto per la Serie A, non c’è concorrenza. È necessario qualcosa di nuovo. Con il nuovo stadio, ad esempio, Gerry darà ai tifosi ciò di cui hanno bisogno.

“Mi mancherà San Siro più di quanto io manchi a lui. Ho dei bellissimi ricordi in quello stadio, è uno stadio storico e lì è stata fatta tanta storia, ma tutto ha un nuovo inizio. Con il nuovo stadio c’è la possibilità di fare qualcosa di incredibile, qualcosa di pazzesco”. 

Ibrahimovic: “Il Milan deve possedere uno stadio”

“Il Milan non possiede San Siro, ma vuole possedere lo stadio per fare quello che vuole; tutto ha un nuovo inizio: per i tifosi sarà qualcosa di ‘massiccio’, per i giocatori non vedranno l’ora di giocare lì”.

De Laurentiis diceva che gli agenti sono una malattia per il calcio…

“Gli agenti saranno sempre lì, hanno così tanta influenza. Il loro compito è molto vario: devono tutelare il giocatore e farlo crescere nel calcio. Avevo il miglior agente [Mino Raiola], ma il loro contributo dipende da quanto potere e influenza gli dai”.

Cosa ne pensi della Lega Saudita?

“Quando arrivano certe offerte è difficile rifiutare, ma il calcio è per tutti, ma non credo che inciderà sul calcio europeo. È una buona cosa perché porta nuovi soldi nel calcio”.

Quale sarà il tuo futuro?

“Difficile saperlo. Lavorare con Cardinale mi porta ad un altro livello. Ho tanto da imparare, e tanto da migliorare. Voglio entrare nelle cose dello sport, degli affari. Non voglio fare cose normali, ma voglio fare la differenza. Voglio provare a fare la differenza. Non ho molta esperienza nel mondo degli affari, ma non ho paura e mi piacciono le sfide”.

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