Per sostituire Pioli sulla panchina del Milan nella prossima stagione l’unico nome preso davvero in considerazione dalla dirigenza rossonera è quello di Thiago Motta. Proviamo a disegnare il 4-2-3-1 dell’oriundo con Zirkzee nell’undici titolare
La vittoria ottenuta contro la Roma ha risollevato il morale del Milan che, dopo l’eliminazione da Champions e Coppa Italia, aveva bisogno di mostrare una reazione sul campo per rimettere in sesto l’ambiente.
Tre punti che mettono tranquillità perché ricalibrano perfettamente il Milan verso l’unico obiettivo primario rimasto, la qualificazione in Champions, e allo stesso tempo infondono fiducia in vista di una seconda parte di stagione caratterizzata dalla corsa all’Europa League, che avrà il primo banco di prova a metà febbraio nei playoff contro il Rennes.
Fattori e attimi che determinano il presente del Milan, ma che potrebbero non modificarne il alcun modo il futuro. La stagione 2023/24 dei rossoneri è stata oggettivamente deludente, considerazione ovviamente condivisa anche dalla proprietà che ha cominciato un’accurata analisi di “ciò che non ha funzionato”.
I problemi del Milan
Uno spettro di studio piuttosto ampio quello che sta compiendo Cardinale insieme a Furlani e al nuovo “superconsulente” Ibrahimovic e che ha individuato nella preparazione atletica e la gestione degli infortuni uno degli aspetti più critici da correggere.
Il “problema infortuni” non deve e non può essere considerato l’unico fattore del semi-fallimento del Milan 2023/24, che ha evidenziato anche significative lacune nella costruzione della rosa e nelle prestazioni di alcuni dei giocatori più rappresentativi. Tutti elementi che coinvolgono trasversalmente diverse aree di responsabilità e, di conseguenza, anche diversi colpevoli.
Ma nel calcio, si sa, “quando le cose vanno male è sempre colpa dell’allenatore”, preconcetto parzialmente smentito dallo stesso Cardinale la scorsa estate con l’esonero in tronco di Maldini e Massara e il mantenimento, con rinnovata fiducia, di Pioli in panchina.
Ora però qualcosa sembra essere cambiata, la figura di Pioli non è più considerata “intoccabile” e seppur non ancora ufficialmente il futuro del Milan sembra non essere più legato al nome del tecnico parmigiano che, a meno di clamorosi cataclismi sportivi, terminerà in tranquillità l’attuale stagione.
Niente traghettatori
L’idea di puntare su un altro progetto tecnico al termine dell’annata e non prima, nasce da una duplice considerazione:
- La volontà di dare a Pioli, personalità ben voluta e apprezzata da tutto l’ambiente, l’opportunità di redimere la stagione del Milan puntando alla vittoria dell’Europa League e ad una improbabile scalata verso la vetta della classifica attualmente distante 9 punti.
- Il rifiuto categorico di Cardinale di affidarsi a soluzioni momentanee, i così detti “Traghettatori”. Scelta giudicata disperata e poco risolutiva, che poco potrebbe cambiare dell’attuale stagione del Milan.
Pioli avrà dunque la possibilità, seppur remota, di guadagnarsi la conferma al Milan nella prossima stagione, ma la dirigenza sta già lavorando a quella che è ad oggi l’alternativa più probabile: il cambio d’allenatore.
Per il dopo-Pioli c’è un nome solo: Thiago Motta
Conte, De Zerbi, Palladino e Sarri sono stati alcuni dei nomi accostati al Milan negli scorsi mesi, tutti allenatori capaci ma poco allineati sia a livello tattico che strategico alle linee guida tracciate da Red Bird e la dirigenza rossonera.
Il vero e unico nome per il dopo-Pioli è quello di Thiago Motta, attuale tecnico del Bologna. Una scelta già presa e ampiamente confermata dalla frequente presenza di osservatori rossoneri a diverse gare degli emiliani, un modo per studiare pregi e difetti del “Thiago-Mottismo”, sempre più probabile prossimo capitolo della storia del Milan.
La preferenza del Milan per Thiago Motta, confermata oggi da Tuttosport e altri, vi era stata anticipata in tempo non sospetti proprio dalla nostra redazione con l’articolo “Thiago Motta in pole per sostituire Pioli” datato 26 dicembre 2023.
Sono tanti i fattori che hanno spinto la proprietà a puntare sull’oriundo come futuro erede di Pioli sulla panchina rossonera, in primis due: la struttura di gioco (il 4-2-3-1) e l’abilità oggettiva nel lavorare con i giovani.
Un altro elemento non secondario è quello relativo all’ingaggio: Thiago Motta guadagna infatti al Bologna 2, 5 milioni a stagione e ha un contratto in scadenza nel giugno 2024 che, salvo clamorosi colpi di scena, non sarà rinnovato. Un costo di gestione che permetterebbe alla proprietà del Milan di poter permettersi sul libro paga gli stipendi di due tecnici, visto che il contratto di Pioli (a meno di chiamate di altri club) permarrà fino al 2025 anche dopo un eventuale esonero.
Come giocherà il Milan di Thiago Motta e Zirkzee
L’idea del Milan è dunque quella di affidare a Thiago Motta la panchina a partire dall’estate: un segno di continuità rispetto al passato, visto che l’oriundo utilizza il 4-2-3-, stesso modulo Pioli, nel suo Bologna e ha già dimostrato di saper lavorare ottimamente con i giovani (media età 25 anni) riuscendo a trarne il massimo potenziale.
La scelta di Thiago Motta potrebbe inoltre essere strettamente legata all’acquisto di uno dei migliori elementi attualmente in forza nel suo Bologna, che lo seguirebbe più che volentieri a Milano: parliamo del duttile attaccante olandese Joshua Zirkzee (22). Un rinforzo in attacco più che al al Milan che sta seguendo da diversi mesi profili ideali per quel reparto.
Ma come giocherebbe il Milan di Thiago Motta? Proviamo a disegnare il 4-2-3-1 dell’italo-brasiliano basandoci sulle caratteristiche degli attuali giocatori che compongono la rosa del Diavolo.
Qualsiasi allenatore non prescinderà ovviamente da Mike Maignan, saldo e certo della conferma tra i pali. Discorso diverso per la difesa a quattro dove Motta ama partire spesso da destra dove risiede il laterale di maggior talento Posch, una preferenza che potrebbe cambiare lato al Milan dove la fase di possesso spesso si articola a sinistra con Theo Hernandez.
In coerenza con la precedente scelta si struttura anche il resto del terzetto difensivo con Tomori, il corrispettivo di Calafiori al Bologna, chiamato spesso ad allargarsi a sinistra durante le percussioni esterne di Theo e l’altro centrale ben più stabile al centro (Kalulu/Buongiorno o Thiaw) affiancato in fase di possesso dall’accentrarsi dell’ultimo terzino ben più bloccato rispetto al collega del lato opposto.
Ai propri terzini Thiago Motta chiede in fase di non possesso di alzarsi spesso in modo da garantire una continua pressione ai portatori di palla avversari. Proprio per questo motivo, seppur Calabria abbia qualità simili a quelle richieste da Motta, sul versante di destra Kalulu appare per caratteristiche il giocatore più adatto al ruolo.
Il centrocampo a due di Thiago Motta si compone spesso di due giocatori simili capaci di interscambiarsi lavorando al contempo sia come interditori mobili in fase di non possesso che come incursori box-to-box, in grado creare superiorità numerica, durante la fase di manovra. Due ruoli che nel Milan attuale potrebbero essere occupati rispettivamente da Musah e Bennacer.
Passando alla trequarti, il vertice centrale attualmente occupato da Ferguson al Bologna, potrebbe essere ricoperto da Loftus-Cheek o Reijnders, entrambi elementi in grado di muoversi bene tra le linee garantendo equilibrio con ripiegamenti frequenti in fase di non possesso.
Sugli esterni Rafael Leao rappresenterebbe l’arma letale anche del Milan di Thiago Motta, che spesso chiede all’esterno mancino di strappare in velocità come come avvenuto con Barrow prima e Orsolini oggi.
La vera incognita è a destra dove Pulisic e Chukwueze appaiono poco affini al tipo di gioco strutturato dal tecnico oriundo, che spesso chiede lavoro di sacrificio maggiore rispetto a quello offerto dai due nuovi acquisti rossoneri. Lì il Milan potrebbe essere chiamato ad intervenire sul mercato, visto che sia l’ex Villarreal che soprattutto l’ex Chelsea possono adattarsi a giocare anche a sinistra.
Nel ruolo di centravanti il nome perfetto è come detto quello di Joshua Zirzkee, attaccante rapido, imprevedibile e abilissimo nell’uno contro uno nello stretto e in campo aperto. In prototipo di prima diametralmente opposto agli attuali Giorud (che non sarà rinnovato) e Luka Jovic, ma dalle caratteristiche simili a quelle di Noah Okafor che con Thiago Motta potrebbe avere maggiore spazio giocando centravanti.
IL MILAN DI THIAGO MOTTA (4-2-3-1): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori, Theo Hernandez; Musah, Bennacer; Pulisic?, Reijnders, Rafael Leao; Zirkzee.