Perché le difficoltà di De Ketelaere non possono e non devono preoccupare

By Dario Bombelli -

L’avvio di stagione di Charles De Ketelaere non è stato certamente tra i più agevoli. Le difficoltà incontrate dal belga però non devono preoccupare

Le lunghe settimane di corteggiamento, la trattativa spinosa con il Bruges e infine l’importante cifra sborsata per aggiudicarselo sono stati tutti fattori che hanno contribuito ad alzare fino a livelli irrealistici l’asticella di aspettative nei confronti di Charles De Ketelaere. Fin dal primo esordio con la maglia rossonera infatti, la generalità dell’ambiente ha riversato in CDK tutte le speranze (e quasi pretese) di vedere all’opera un fenomeno fatto e finito, in grado di trascinare la squadra e infiammare lo stadio a suon di gol e grandi giocate. La realtà è che siamo di fronte a un ragazzo del 2001, che fino a pochi mesi fa era una gran bella promessa in un calcio, quello belga, distante anni luce dalla Serie A italiana.

La partita di ieri contro il Monza ha evidenziato tutta la difficoltà e la delicatezza del periodo che De Ketelaere sta vivendo. Il gol mancato da pochi passi nel finale di gara e la discesa immediata negli spogliatoi al fischio finale sono la rappresentazione di un momento inquieto e particolare. Il belga appare frustrato dall’inconsistenza del suo rendimento, ma qui dovrebbe arrivare una solida vicinanza da parte di tutto l’ambiente rossonero.

Siamo di fronte a un giocatore dalle qualità indiscutibili, con un tocco di palla differente e una visione di gioco indubbiamente al di sopra della media. Altre particolarità? Sì, l’età. E per i tifosi milanisti non dovrebbe essere così difficile ricordare i precedenti, anche perché c’è l’imbarazzo della scelta: da Tonali a Leao, arrivando persino a Brahim Diaz, ma anche Kalulu e Bennacer. Ogni giovane deve poter reclamare il diritto di disporre del proprio tempo per stabilizzarsi all’interno di un ambiente ingombrante e blasonato come quello rossonero, per sviluppare al meglio le proprie caratteristiche e il proprio talento.

Fortunatamente l’organigramma rossonero è ricoperto da profili di competenza, che sono perfettamente a conoscenza di tutti questi aspetti e non hanno alcuna intenzioni di porre De Ketelaere sotto esame. In primis mister Pioli, che dopo la vittoria di ieri contro il Monza ha commentato così: “Dimentichiamo che Brahim è il terzo anno che è con noi, mentre Charles qualche mese. Pensavo di farlo giocare nei 15 minuti finali. Ha la qualità per incidere nella nostra fase offensiva. Deve fare di più, lo sa anche lui. Percorso che necessità ancora del tempo, ma conta la volontà del ragazzo. La differenza la fa lo spirito di squadra”.

Insomma, vista l’età del giocatore, la sua provenienza e i precedenti di altri suoi ex compagni di squadra, il Milan non può e non deve preoccuparsi delle difficoltà che De Ketelaere sta incontrando.

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