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Milan, da sei a tre: il rebus del centrocampo e il caso Jashari

In estate, l’obiettivo era chiaro: costruire un centrocampo a sei uomini per garantire profondità e rotazioni di livello. Ma oggi, il Milan di Massimiliano Allegri si ritrova con una mediana a tre titolari fissi, difficile da toccare.
Le scelte estive avevano portato a un mix di esperienza e freschezza: Luka Modrić, Adrien Rabiot, Youssouf Fofana, Ruben Loftus-Cheek, Samuele Ricci e Ardon Jashari. Un equilibrio apparentemente perfetto, rotto dagli imprevisti del mercato e dagli infortuni.


Il nodo di mercato e l’effetto domino su Musah

Tutto è cambiato quando Ardon Jashari si è infortunato nelle ultime settimane di mercato. La sua assenza ha influenzato anche l’arrivo di Rabiot, legato a doppio filo alla possibile uscita di Yunus Musah.
Il ragionamento di Allegri era lineare: avere sei opzioni di alto livello, con rotazioni costanti. Ma l’equilibrio si è spezzato: oggi, il Milan si affida quasi esclusivamente al trio Modrić-Fofana-Rabiot, rendendo complicata la gestione delle seconde linee.


Modric, Rabiot e Fofana: gli intoccabili del Milan

I numeri e le prestazioni parlano chiaro. Modrić, Rabiot e Fofana sono insostituibili. L’esperienza del croato, la solidità del francese e la dinamica del centrocampista ivoriano formano un blocco compatto.
Modrić, simbolo di visione e intelligenza tattica (scopri di più sulla sua carriera), continua a dettare i tempi nonostante l’età, mentre Rabiot e Fofana aggiungono fisicità e copertura.


Il futuro di Jashari: apprendista o alternativa tattica?

Il rientro di Ardon Jashari apre un interrogativo cruciale: dove troverà spazio?
Come opzione più avanzata, dovrebbe confrontarsi con Modrić, una sfida complessa. Tuttavia, il giovane svizzero potrebbe diventare il suo “alter ego” naturale, sostituendolo nei momenti chiave e imparando dai suoi movimenti tra le linee.
Nel frattempo, Samuele Ricci si sta adattando a un ruolo più offensivo, ma resta un jolly prezioso anche davanti alla difesa. In questo contesto, la posizione di Jashari non è affatto scontata, nonostante l’investimento economico fatto dal club.


Conclusioni: un lusso che rischia di restare in panchina

Il Milan aveva costruito un centrocampo profondo, ma le gerarchie si sono presto consolidate. Tra infortuni, equilibri tattici e rendimento, da sei sono rimasti tre.
Ora la palla passa ad Allegri: riuscirà a reinserire Jashari senza rompere l’armonia del trio titolare? Il futuro del giovane svizzero dipenderà dalla sua capacità di adattarsi e farsi trovare pronto.

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