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Il Milan esce dal Settlement Agreement: ora è libero dal patto UEFA

Dopo tre anni di monitoraggio e vincoli, il Milan ha ufficialmente chiuso il capitolo Settlement Agreement stipulato con la UEFA nel settembre 2022. Un risultato che testimonia la solidità economico-finanziaria del club rossonero, capace di rispettare tutte le condizioni imposte dal massimo organismo del calcio europeo. La conferma arriva in coincidenza con la chiusura del bilancio, che segna un nuovo punto di svolta per la società.


Cos’è il Settlement Agreement della UEFA

Per comprendere l’importanza di questa uscita, è utile spiegare cosa sia il Settlement Agreement. Si tratta di un accordo transattivo previsto dal Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario (CL&FS), pensato per accompagnare i club che non hanno rispettato i criteri di pareggio economico verso un percorso di rientro nei parametri regolamentari.

In pratica, i club “sotto osservazione” si impegnano a migliorare progressivamente i propri conti, con obiettivi intermedi da raggiungere stagione dopo stagione. Il Milan, insieme ad altri sette club europei, aveva aderito all’accordo dopo aver sforato i limiti per la stagione 2021/22, complice anche l’impatto della pandemia sui bilanci.

Le regole rispettate dal Milan

Il club rossonero ha accettato nel 2022 una multa da 2 milioni di euro (con altri 13 milioni condizionati al rispetto del piano) e ha lavorato su più fronti per rientrare nei parametri UEFA. Il Settlement Agreement imponeva il rispetto di due regole fondamentali:

  • Football Earning Rule: i club devono avere un deficit aggregato entro una soglia massima di 60 milioni di euro nel triennio, salvo copertura tramite capitale proprio.
  • Squad Cost Rule: i costi della rosa non devono superare il 70% dei ricavi del club.

Il Milan non solo ha rispettato entrambe le condizioni, ma ha chiuso tre bilanci consecutivi in utile – due già certificati e un terzo in via di pubblicazione –, mantenendo il rapporto tra costi della rosa e ricavi intorno al 60%.


Prospettive future tra ottimismo e cautela

La mancata partecipazione alla Champions League 2025/26 potrebbe creare una flessione nei ricavi, ma Casa Milan guarda avanti con fiducia. La stima per il bilancio in chiusura si aggira tra i 23 e i 25 milioni di euro di utile, grazie soprattutto alle cessioni di Pierre Kalulu e Tijjani Reijnders.

Anche per la stagione successiva (2025/26), in cui si prevede un buco da 80 milioni dovuto all’assenza dai ricavi UEFA, il club potrà attingere ai 196 milioni di euro di patrimonio netto registrati al 30 giugno 2024. In più, eventuali cessioni strategiche potranno bilanciare ulteriori squilibri.


Cosa cambia ora per il Milan

Uscito dal Settlement Agreement, il Milan non ha più l’obbligo di raggiungere obiettivi intermedi imposti dalla UEFA. Tuttavia, resta sotto il regime di controllo del Fair Play Finanziario, che continuerà a valutare il bilancio triennale, con le stesse regole in vigore:

  • Deficit massimo aggregato di 60 milioni di euro;
  • Squad cost inferiore al 70% dei ricavi.

In sostanza, i rossoneri potranno gestire le proprie risorse con maggiore libertà e senza il “fiato sul collo” dell’UEFA, ma dovranno comunque proseguire su un binario di sostenibilità economica.


Conclusione: un traguardo, non un punto d’arrivo

Il Milan si lascia alle spalle tre anni di restrizioni finanziarie e può guardare al futuro con basi più solide. Uscire dal Settlement Agreement non significa libertà illimitata di spesa, ma rappresenta un riconoscimento del buon lavoro gestionale svolto dalla dirigenza, guidata dall’amministratore delegato Giorgio Furlani. Ora, l’obiettivo sarà conciliare l’ambizione sportiva con il rispetto delle regole del FFP: una sfida da affrontare con pragmatismo e visione.


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Tags AC Milan

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