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Perché il Milan ha accettato “solo” 55 milioni per Reijnders

La notizia dell’accordo tra Milan e Manchester City per il trasferimento di Tijjani Reijnders ha fatto immediatamente il giro del web, accendendo un acceso dibattito tra tifosi e addetti ai lavori. Il centrocampista olandese, appena eletto miglior centrocampista della Serie A 2024-25, è ormai pronto a vestire la maglia dei campioni d’Inghilterra. Tuttavia, la cifra “garantita” di 55 milioni di euro – rivelata da The Athletic – ha sorpreso molti, alimentando perplessità e critiche.

A rendere la situazione ancora più controversa è il fatto che Reijnders, che ha un contratto fino al 2030, potrebbe diventare la cessione più onerosa nella storia del Milan, eppure l’accordo presenta numerosi bonus variabili che ne riducono l’impatto immediato. Ma perché il Milan ha scelto questa formula?


Bonus e clausole: la verità dietro la cifra dell’affare

Secondo quanto riportato da fonti affidabili come Matteo Moretto e Gianluca Di Marzio, l’operazione si compone di 55-58 milioni di euro garantiti più bonus fino a 15 milioni, di cui 10 considerati facilmente raggiungibili. Il totale potenziale sfiora i 70 milioni di euro, ma a molti è sembrato che il Milan potesse chiedere di più fin da subito.

Una delle chiavi per comprendere la scelta rossonera riguarda la clausola del 10% sulla plusvalenza a favore dell’AZ Alkmaar, club da cui il Milan prelevò Reijnders nel 2023 per circa 20,5 milioni. Con un valore residuo a bilancio di 12,3 milioni di euro, una vendita a 55 milioni genera una plusvalenza di 42,7 milioni: l’AZ riceverà quindi circa 4,27 milioni di euro. Di conseguenza, il ricavato netto per il Milan sarebbe di 50,73 milioni, cui si aggiungono i bonus futuri.

Se la parte fissa fosse stata 70 milioni, la plusvalenza sarebbe aumentata, ma anche la percentuale da versare all’AZ (5,77 milioni), e probabilmente i bonus sarebbero stati azzerati, togliendo margine di manovra sul lungo periodo.

La strategia di cassa del Milan: guardare al futuro

Un elemento cruciale è il timing finanziario dell’operazione. Chiudere l’affare prima del 1° luglio permette di inserire i 55 milioni nei conti dell’esercizio 2024-25, garantendo un utile netto di circa 13-14 milioni di euro, secondo Calcio e Finanza.

Ma la parte più importante riguarda la stagione 2025-26, dove il Milan non parteciperà alla Champions League. La mancanza del calcio europeo implicherà una perdita di circa 80 milioni di euro tra premi UEFA e biglietteria. In questo scenario, i bonus legati alla cessione di Reijnders, che saranno incassati in futuro, assumono un ruolo vitale per mantenere stabile il flusso di cassa.

Come spiega l’avvocato Felice Raimondo, è fondamentale per il club avere entrate distribuite nel tempo per garantire operatività e pagare stipendi, fornitori e nuovi acquisti senza dover ricorrere a iniezioni di capitale da parte della proprietà RedBird, che punta all’autosufficienza economica.


L’equilibrio tra conti e ambizione sportiva

Sebbene non si possa negare che il valore di mercato di Reijnders possa apparire superiore, il Milan ha scelto di bilanciare entrate e spese in modo strategico, seguendo una logica di sostenibilità finanziaria. Dopo l’uscita dall’Accordo Transattivo UEFA, il club sarà valutato secondo i nuovi parametri del Fair Play Finanziario, che consentono perdite aggregate di massimo 60 milioni in tre anni.

In questo contesto, l’operazione con il Manchester City appare come una mossa che guarda tanto al bilancio quanto al mercato: monetizzare oggi e pianificare entrate anche domani. Ora la vera sfida sarà sostituire Reijnders adeguatamente e riportare il Milan in Europa, perché – come insegna il calcio moderno – i ricavi sportivi sono sempre il motore più potente per la crescita di un club.


Per approfondire la carriera di Tijjani Reijnders, visita la sua voce su Wikipedia.

Tags AC Milan
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