L’arrivo di Igli Tare come nuovo direttore sportivo del Milan segna l’inizio di una nuova fase per il club, non solo a livello dirigenziale, ma anche in termini di presenza e organizzazione quotidiana.
Si volta pagina
La sua nomina, ufficializzata lunedì pomeriggio, ha messo fine a settimane di attese e speculazioni, restituendo finalmente chiarezza alla struttura tecnica e gestionale della società.
Tare ha assunto il suo incarico in maniera immediata, incontrando già nel suo primo giorno figure chiave del panorama calcistico italiano per iniziare a lavorare concretamente sul futuro del Milan. Ma il suo ruolo andrà ben oltre le semplici operazioni di mercato: si prepara a essere una figura centrale nella quotidianità del club, una presenza fissa a Milanello e un punto di riferimento tanto per la dirigenza quanto per lo spogliatoio.
Colmare un vuoto
Negli ultimi anni, proprio l’assenza di un collegamento diretto e continuo tra società e squadra è stata una delle carenze più evidenti. Dopo l’uscita di scena di figure come Paolo Maldini, che rappresentavano un legame saldo tra il campo e la scrivania, il Milan ha spesso dato l’impressione di essere privo di una guida dirigenziale costante nella vita quotidiana del gruppo. L’ambiente di Milanello, seppur professionale, ha sofferto in alcuni momenti di un senso di disorientamento e di mancanza di leadership visibile.
Tare arriva per colmare proprio questo vuoto. È noto per la sua inclinazione a non limitarsi all’ufficio, ma a vivere da vicino la squadra, condividendo tempo, impressioni e tensioni con staff e calciatori. Il suo stile operativo, basato sulla presenza e sull’ascolto, punta a ricostruire quella fiducia interna che negli ultimi mesi sembrava venuta meno. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Presenza fissa a Milanello
Già nelle prime ore dal suo insediamento, ha fatto visita a Milanello, incontrato lo staff e valutato da vicino la struttura e l’ambiente di lavoro. Il suo obiettivo dichiarato è quello di “riportare serenità e gioia” nel centro sportivo, valori fondamentali per costruire un gruppo unito e competitivo. Non si tratta solo di vincere partite o fare acquisti sul mercato, ma di ricostruire una cultura interna forte, in grado di sostenere il club nei momenti difficili e di rilanciarlo nei momenti decisivi.
La missione di Tare è dunque chiara: restituire identità, coesione e ambizione a un Milan che, nonostante il grande blasone, ha faticato a ritrovare stabilità. Il suo ruolo sarà fondamentale non solo nei prossimi mesi estivi, ricchi di decisioni e trattative, ma anche nel medio-lungo termine, per costruire una struttura solida e duratura.
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