Il Manchester City ha chiarito la sua intenzione di chiudere l’affare Tijjani Reijnders entro l’inizio del Mondiale per Club. Dopo una stagione straordinaria con la maglia del Milan, culminata con il riconoscimento di miglior centrocampista della Serie A, il centrocampista olandese è finito nel mirino di diversi top club europei. Tra questi, i Citizens sono quelli che stanno muovendosi con maggiore decisione.
Il punto sulla trattativa
Stando quanto raccolto da SempreMilan, esiste un clima di armonia tra le due società, con gli intermediari già al lavoro per definire i dettagli. Il Milan, tuttavia, è stato chiaro sin dall’inizio: non intende scendere sotto i 75 milioni di euro, cifra ritenuta congrua per il valore e il potenziale del giocatore.
Il club inglese, dopo una prima offerta di 55 milioni più 5 di bonus, ha capito che i rossoneri non sono disposti a trattare al ribasso e si è detto pronto a salire fino alla cifra richiesta. L’unico nodo da sciogliere resta la struttura del pagamento, in particolare quanto della somma sarà garantita e quanto legata a bonus.
In caso di cessione, Reijnders rappresenterebbe l’ennesimo pezzo pregiato sacrificato sull’altare del bilancio sotto la gestione RedBird e Gerry Cardinale. Un segnale che alimenta il malcontento tra i tifosi, sempre più convinti che il Milan, più che costruire un progetto vincente, stia progressivamente smantellando la rosa. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Un’azienda con cui fare cassa
Sotto la guida di Gerry Cardinale, il Milan si sta trasformando in una vera e propria vetrina da rivendita, in cui i calciatori vengono valorizzati solo per essere venduti al miglior offerente. A dominare è una sola logica: quella finanziaria.
Dopo le dolorose partenze di Tonali e Maldini (quest’ultima non tecnica ma simbolica), ora tocca a Reijnders. Un giocatore cha dimostrato qualità da top europeo. E cosa fa la proprietà? Lo mette sul mercato al primo rilancio serio, disinteressandosi completamente del valore tecnico che rappresenta per la squadra.
RedBird si presenta come una proprietà moderna, orientata ai dati, all’ottimizzazione, all’efficienza. Ma in realtà si sta rivelando come una proprietà opportunista, priva di un’anima calcistica. L’obiettivo non è costruire una squadra vincente, ma mantenere il bilancio in attivo vendendo ogni volta il pezzo più ambito. Il Milan diventa così una società che compra per rivendere, che forma per cedere, che sogna solo nei comunicati stampa.
E i tifosi? Sempre più disillusi, sempre più frustrati. Perché ogni estate ormai ha perso persino quell’illusione che entusiasma il tifoso di qualsiasi squadra di calcio. Reijnders, se partirà, non sarà un caso isolato, ma l’ennesimo tassello di un disegno chiaro: quello di un Milan smantellato pezzo dopo pezzo, sacrificato in nome del profitto, tradito da una proprietà che non ha alcun legame emotivo con la storia del club.
È legittimo chiedersi allora: è questo il futuro del Milan? Una squadra azienda, priva di cuore, che baratta il sogno dei tifosi con l’approvazione dei bilanci trimestrali?
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