Il Milan del passato costruiva imperi intorno ai suoi fuoriclasse. Oggi, invece, il club sembra rassegnato a lasciar partire i suoi uomini chiave. Una trasformazione che preoccupa i tifosi e accende il dibattito sul futuro della squadra. L’ultimo nome a finire nella lista dei possibili partenti è quello di Tijjani Reijnders, metronomo olandese con il destino ormai legato all’interesse concreto del Manchester City.
Reijnders, simbolo di un bivio rossonero
Reijnders non è solo un centrocampista talentuoso: è il giocatore su cui molti pensano si debba rifondare il Milan. Classe, visione, personalità: il profilo perfetto per guidare una nuova era. Ma come accaduto per Sandro Tonali, ceduto al Newcastle, anche in questo caso la società pare orientata a monetizzare anziché trattenere il proprio leader tecnico.
Una scelta che lascia l’amaro in bocca, soprattutto considerando le parole di Ruud Gullit, intervenuto alla Vialli and Mauro Golf Cup:
“Sarà una perdita incredibile per il Milan quando se ne andrà. È uno che vuole vincere, non si accontenta di rimanere in un club che non vince.”
Un giudizio netto, che sottolinea come l’olandese rappresenti oggi una rara combinazione di talento e ambizione. Il rischio, però, è che il Milan perda nuovamente il treno per tornare competitivo ai massimi livelli.
Gullit, il Milan e la nostalgia del passato
Gullit, leggenda rossonera e vincitore di tutto con il Milan degli anni d’oro (fonte), ha espresso anche un certo rammarico per la direzione intrapresa dal club:
“È un peccato che il Milan sia sceso così in basso in classifica. I giocatori non sono male, non so cosa stia succedendo.”
L’addio di figure storiche come Paolo Maldini ha segnato una frattura evidente con la tradizione. E se anche Zlatan Ibrahimovic, ora dirigente, sta facendo il possibile per riorganizzare la squadra, è chiaro che serva una strategia più solida per riportare il Milan ai vertici.
L’ambizione contro il business: il dilemma eterno
Il calcio moderno è sempre più dominato dalle logiche economiche. Ma una società come il Milan non può accontentarsi di restare ai margini della grande Europa. Per questo, la possibile cessione di Reijnders rappresenta più di un semplice trasferimento: è un bivio tra due filosofie. Una, fatta di pazienza e costruzione; l’altra, di cessioni strategiche e plusvalenze.
L’esempio del Napoli campione d’Italia resta un caso isolato, ma dimostra che si può vincere anche senza spese folli, puntando su idee e continuità. Il Milan, però, dovrà decidere se inseguire questo modello o restare prigioniero delle logiche di mercato.
Il caso Reijnders è emblematico. Il Milan ha l’opportunità – forse l’ultima in questa fase di transizione – di dimostrare che l’ambizione può prevalere sul profitto. Ma se anche questo talento dovesse partire, sarà lecito chiedersi se il club abbia davvero un progetto tecnico, o se ormai il “Diavolo” si sia trasformato in un semplice passaggio verso lidi più vincenti.
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