Il Milan sembra pronto a voltare pagina. Dopo settimane di valutazioni e contatti, Igli Tare si avvicina a grandi passi alla carica di nuovo direttore sportivo del club rossonero. Secondo le ultime indiscrezioni riportate da La Gazzetta dello Sport e confermate anche da Sky Sport, l’ex dirigente della Lazio è la prima scelta della proprietà per guidare la ricostruzione tecnica della squadra, ormai orfana di certezze dopo una stagione deludente.
Tare, che ha legato il suo nome alla Lazio per oltre un decennio portando a Roma giocatori come Ciro Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic, rappresenta una figura esperta e visionaria. Proprio il centrocampista serbo è il suo sogno proibito anche per il Milan, ma le cifre attuali (20 milioni l’anno di ingaggio all’Al-Hilal) lo rendono un obiettivo da “fantacalcio”.
Vincenzo Italiano in pole per la panchina
Il primo tassello del progetto rossonero targato Tare sarà l’allenatore. Il nome in cima alla lista è quello di Vincenzo Italiano, tecnico rivelazione della stagione con il Bologna, fresco vincitore della Coppa Italia proprio contro il Milan. Il suo stile di gioco – basato su pressing alto, intensità e gestione moderna del possesso – si sposa perfettamente con la visione tattica di Tare.
Non è un caso che, nel mirino del nuovo direttore sportivo, ci siano anche due interpreti chiave del sistema Italiano: Dan Ndoye, l’ala svizzera decisiva nella finale di coppa, e Jens Odgaard, centrocampista offensivo di gamba e talento. Entrambi sono profili che incarnano l’idea di calcio dinamico e verticale che Tare vorrebbe esportare a Milanello.
Il Bologna, però, non vuole arrendersi facilmente: è già in corso un tentativo di rinnovo del contratto per Italiano, in scadenza nel 2026. Il Milan osserva e attende. Se l’accordo non arriverà, i rossoneri sono pronti a sferrare l’affondo.
Ndoye e Odgaard, gli uomini ideali per il nuovo Milan
Nel disegno tattico che Tare immagina, Ndoye sarebbe l’esterno perfetto per un 4-3-3 ad alto ritmo, mentre Odgaard aggiungerebbe qualità e imprevedibilità alla trequarti. Entrambi conoscono a fondo le richieste di Italiano, elemento che abbatterebbe drasticamente i tempi di adattamento. Inoltre, entrambi rappresentano investimenti sostenibili e con margini di crescita, due criteri fondamentali per la nuova filosofia del club.
La strategia è chiara: puntare su giovani funzionali e su un tecnico capace di valorizzarli. Niente scommesse ad alto rischio, ma una costruzione ragionata, coerente e in linea con le risorse attuali.
Milinkovic-Savic resta un sogno (per ora)
È inevitabile che il nome di Sergej Milinkovic-Savic torni a circolare quando si parla di Tare. L’ex ds biancoceleste lo portò in Italia a soli 20 anni e ne fece un pilastro della Lazio. Ma il trasferimento all’Al-Hilal per 40 milioni e uno stipendio principesco rendono oggi impossibile un suo arrivo a Milano, almeno nel breve termine.
Tuttavia, la direzione è tracciata: se non sarà Milinkovic, sarà un giocatore con caratteristiche simili. Tare sa bene che il Milan ha bisogno di muscoli, personalità e qualità in mezzo al campo.
Allegri e Thiago Motta restano alternative

Qualora il Milan non riuscisse ad affondare il colpo su Italiano, restano vive le alternative. Una pista porta a Massimiliano Allegri, fresco di divorzio dalla Juventus e libero da vincoli contrattuali. L’altra opzione è Thiago Motta, protagonista della grande stagione proprio con il Bologna, ma con un futuro ancora da chiarire.
Anche se la scelta principale è chiara, il Milan si sta muovendo con prudenza e determinazione. Il progetto Tare è ambizioso e i primi passi potrebbero già ridisegnare il volto del club in vista della stagione 2025-26.
Con l’arrivo di Igli Tare, il Milan si prepara a una rivoluzione sportiva profonda, puntando su idee moderne, intensità tattica e profili emergenti. La pista Vincenzo Italiano è calda, così come l’interesse per Ndoye e Odgaard. Resta solo da attendere il via libera ufficiale: da lì in poi, la nuova era rossonera potrà davvero cominciare.