[wpseo_breadcrumb]

Boban contro il Milan: “Esonero Maldini vergognoso. Olmo e Szobo erano presi”

Zvonimir Boban torna a parlare del suo passato al Milan e lo fa con il consueto tono schietto e diretto, denunciando senza filtri le scelte della proprietà rossonera. In un’intervista al canale YouTube Milan Hello con Andrea Longoni, l’ex dirigente e leggenda croata ha affrontato il tema dell’esonero dell’amico Paolo Maldini, il divario con l’Inter e i retroscena di mercato sfumati per volontà della proprietà.

Secondo Boban, “il Milan oggi non ha un’identità, ce ne sono state cento e nessuna è stata quella giusta”, mentre l’Inter rappresenta una squadra con logica e solidità. “Se si fanno tre o quattro innesti giusti – aggiunge – qualcosa può cambiare, ma al momento non siamo una vera squadra”.

Il ritorno di Boban al Milan e l’alleanza con Maldini

Boban è tornato al Milan nel 2019 dopo aver lasciato la FIFA, rispondendo alla chiamata di Maldini. “Paolo voleva andarsene, gli dissi: ‘Tu sei più Milan del Milan stesso’”. I due hanno condiviso una visione tecnica forte, cambiando ben 13 giocatori in sei mesi. Fondamentali furono gli arrivi di Zlatan Ibrahimović e Simon Kjær, che segnarono la svolta verso lo scudetto poi conquistato nel 2022.

Boban racconta che fin da subito emersero attriti con la proprietà. “Ad agosto mi tolsero la firma senza avvertirmi. Avevo capito che dovevamo lottare contro i nostri proprietari per il bene del Milan”. Parole forti, che riflettono una frattura profonda.

Mercato, Boban e gli affari sfumati di Olmo e Szoboszlai

Un passaggio centrale dell’intervista riguarda le occasioni mancate: Boban racconta di aver chiuso di persona l’affare per Dani Olmo, ma il club fece dietrofront. Stessa sorte per Dominik Szoboszlai, che voleva venire subito. “C’erano i soldi delle cessioni di Suso e Piatek, ma ci dissero di no. Olmo era pronto a firmare, Szoboszlai pure. Non ho mai ricevuto risposta”.

Scelte che, secondo Boban, dimostrano la mancanza di visione calcistica da parte del fondo Elliott e della proprietà: “Se comprano a 10, domani deve valere 15. Non c’è logica calcistica. Non è cattiveria, è che non capiscono di calcio”.

Maldini, Tonali e l’accusa: “Tradito lo spirito milanista”

Parole durissime riserva Boban all’esonero di Paolo Maldini, definendolo “una pagina vergognosa, fatta in modo vergognoso”. Secondo l’ex centrocampista, Maldini rappresentava l’ultimo ostacolo per chi voleva il totale controllo del club.

L’episodio che ha segnato la rottura definitiva? La cessione di Sandro Tonali. “Non sarebbe mai dovuto partire, era un simbolo. Era troppo tifoso del Milan, all’inizio aveva persino paura di giocare a San Siro. Ma proprio questo lo rendeva speciale”.

Boban denuncia una “demilanizzazione” sistematica: “Hanno trasformato i tifosi in clienti e i giocatori in risorse. Lo slogan ‘Always Milan’ sull’autobus è la sintesi di questa deriva: appiattisce tutto”.

La fine della causa e il futuro

Licenziato per giusta causa nel marzo 2020 dopo aver criticato pubblicamente la proprietà, Boban ha ottenuto in tribunale l’annullamento del provvedimento. “La giusta causa non esiste, è stato dimostrato”, precisa. “Ora dobbiamo chiudere la questione in pace”.

La sua esperienza si è chiusa in soli sette mesi, ma per Boban rimane un capitolo da rivendicare con orgoglio: “Quella rivoluzione, quella squadra che poi ha vinto lo scudetto, è nata allora. E lo rifarei mille volte”.

Zvonimir Boban (Wikipedia) continua a essere voce critica e autorevole del mondo Milan. Le sue dichiarazioni scuotono l’ambiente e aprono riflessioni profonde sull’identità e sulla gestione del club. Con la distanza crescente dall’Inter e l’assenza di una guida come Maldini, il Milan si trova ora a un bivio tra ambizione e alienazione, storia e strategia.

Tags AC Milan
Seguici