Il Milan ha ritrovato equilibrio e solidità grazie al passaggio alla difesa a tre, una mossa tattica che ha rappresentato una svolta nella stagione rossonera. Dall’introduzione del 3-4-3 a Udine, fortemente voluto da Sergio Conceição, i numeri parlano chiaro: dal 5 aprile al 5 maggio la squadra ha subito un solo gol, quello di Ederson contro l’Atalanta. Un dato che racconta più di mille parole, soprattutto considerando la fragilità difensiva mostrata nella prima parte della stagione.
La nuova impostazione tattica, un tempo quasi eretica in casa Milan ai tempi di Silvio Berlusconi, è tornata prepotentemente di moda. Non solo ha permesso di blindare la porta di Mike Maignan, ma ha anche dato nuova linfa all’intero collettivo, permettendo maggiore equilibrio tra i reparti e una ritrovata compattezza nelle fasi di transizione.
Il paradosso Thiaw: da titolare fisso a riserva silenziosa
Tuttavia, non tutti hanno beneficiato del cambio modulo. Uno dei casi più emblematici è quello di Malick Thiaw, passato da colonna difensiva a elemento marginale della rosa. L’assenza del centrale tedesco dalle rotazioni ha sorpreso molti, soprattutto perché era spesso titolare nella difesa a quattro. Paradossalmente, ora che i centrali sono diventati tre, il suo spazio si è ridotto.
Conceição ha infatti preferito puntare su difensori centrali esterni veloci e aggressivi, come Fikayo Tomori e Strahinja Pavlovic, quest’ultimo perfettamente a suo agio come centrosinistra, proprio come nella nazionale serba. Il duello per il ruolo di centrale puro è stato così limitato a Matteo Gabbia e Thiaw, con il primo che ha colto l’opportunità e si è dimostrato affidabile, guadagnandosi la fiducia del tecnico.
Per Thiaw si apre ora un bivio: restare a Milano e cercare di riconquistare il posto, oppure valutare le offerte provenienti da Premier League e Bundesliga, campionati che lo seguono con attenzione.
Gimenez, tra crisi e rinascita: la fede come bussola

Sul fronte opposto, Santiago Gimenez rappresenta l’altra faccia della medaglia. Dopo un avvio promettente, il centravanti arrivato dal Feyenoord ha vissuto due mesi di digiuno realizzativo che lo hanno fatto scivolare indietro nelle gerarchie offensive. Ma la svolta è arrivata nel momento giusto: nella vittoria contro il Venezia, ha chiuso la gara con un pregevole pallonetto che ha suggellato il 2-0 finale.
Il gol non è stato solo un segnale tecnico, ma anche emotivo. Gimenez è un calciatore profondamente spirituale, come ha raccontato a Sports Illustrated Mexico. La fede è la sua guida quotidiana: “Ogni mattina mi inginocchio e prego. È il nutrimento spirituale che mi dà forza. Quando fai le cose con passione, vengono bene”.
Non è solo religione, ma disciplina. Gimenez studia se stesso in maniera meticolosa: si dà voti dopo ogni partita, usa app per l’analisi video, tiene traccia di ogni parametro tecnico. Un approccio che ricorda l’etica dei grandi campioni e che potrebbe rappresentare la chiave per una seconda parte di stagione da protagonista.
Uno sguardo al futuro: tra Coppa Italia e stagione 2025-26
Conceição sembra avere le idee chiare: nessuna rivoluzione in vista prima della finale di Coppa Italia del 14 maggio all’Olimpico. Il 3-4-3 rimarrà il modulo di riferimento, anche nella prossima trasferta a Genova. Il tridente offensivo offre garanzie, e anche i terzini, in particolare Theo Hernandez e Alex Jimenez, sembrano esaltarsi nel nuovo contesto tattico.
Ma cosa accadrà dopo? Tutto dipenderà dal futuro dell’allenatore. Se il Milan dovesse puntare su un tecnico più dogmatico, in stile Maurizio Sarri, la difesa a tre potrebbe essere archiviata. Al contrario, un tecnico più flessibile potrebbe fare di questa novità un punto di ripartenza per la stagione 2025-26.
Conclusione
Il Milan di oggi è una squadra che ha saputo reinventarsi. Ha trovato solidità, equilibrio e nuovi protagonisti. Ma come sempre, dietro le rivoluzioni tattiche si nascondono anche delle vittime. Il destino di Malick Thiaw resta incerto, mentre quello di Santiago Gimenez appare in risalita, sospinto da una forza interiore che va oltre il campo. E con la finale di Coppa Italia alle porte, il futuro rossonero è tutto da scrivere.