A quattro giornate dalla fine del campionato, il Milan si ritrova in una situazione che pochi avrebbero potuto immaginare a inizio stagione: il nono posto in classifica. Con 54 punti all’attivo, i rossoneri sono matematicamente ancora in corsa per scalare qualche posizione, ma realisticamente condannati a un finale di stagione anonimo, senza stimoli e senza obiettivi tangibili. A giudicare dal calendario e dalla forma delle dirette concorrenti, anche un salto in avanti appare ormai un’illusione.
Un treno perso… e difficilmente recuperabile
Come sottolineato anche nella nostra newsletter di inizio aprile, il nono posto sembra essere la destinazione finale più probabile per il Milan. La Fiorentina, ottava con 59 punti, resta ancora tecnicamente a tiro, ma le prospettive sono cupe. Entrambe le squadre devono affrontare Roma e Bologna, impegnate nella serrata corsa Champions. Inoltre, la Lazio — potenziale concorrente per un’eventuale rimonta — ha un calendario sulla carta equilibrato e può tranquillamente ottenere almeno due vittorie nelle ultime partite. In questo contesto, ogni speranza di un aggancio sembra più una chimera che una possibilità concreta.
La situazione rossonera è quella di una squadra nel mezzo del nulla: troppo lontana dalle posizioni europee, troppo distante dalla zona retrocessione per vivere con tensione il finale di stagione. Una terra di nessuno che rischia di diventare anche una terra di nessun senso, con la sola Coppa Italia come possibile ancora di salvezza emotiva e progettuale.
Conceição tra risultati, dubbi e futuro al Milan

Sergio Conceição, arrivato a fine dicembre con un contratto di sei mesi e un’opzione per la prossima stagione, ha portato a casa una Supercoppa Italiana e ha raggiunto la finale di Coppa Italia. Un bottino che, in un’altra epoca, avrebbe forse garantito continuità. Ma oggi, con il Milan ancorato al nono posto e lontano da ogni ambizione europea seria, il futuro del tecnico portoghese è tutt’altro che certo.
Le voci si rincorrono, e tra i tifosi il dibattito è aperto. A fare chiarezza — o perlomeno a sollevare qualche riflessione — è intervenuto Carlo Pellegatti, che sul suo canale YouTube non ha escluso affatto una possibile conferma dell’allenatore. “Non mi sorprenderei se le cose rimanessero come prima, senza un direttore sportivo e con Conceição”, ha spiegato, ricordando come alcuni dirigenti del club abbiano sempre apprezzato il suo stile di lavoro. “Potevano continuare con lui”, ha aggiunto. Non una certezza, ma una possibilità concreta.
Il rebus della dirigenza
A rendere ancora più nebuloso il futuro del Milan è la questione dirigenziale. La Gazzetta dello Sport, nell’edizione odierna, ha rilanciato l’ipotesi che il club possa abbandonare la ricerca di un nuovo direttore sportivo, mantenendo l’attuale assetto interno e ridefinendo semplicemente i ruoli con maggiore precisione. Una scelta che, se confermata, rappresenterebbe una brusca frenata rispetto all’intenzione — emersa nelle scorse settimane — di rifondare il comparto tecnico-sportivo per dare una nuova direzione al progetto.
Una stagione da chiudere con dignità
Il Milan di oggi, al di là dei singoli nomi e delle strategie future, ha l’urgenza di chiudere la stagione salvando il salvabile. La finale di Coppa Italia può dare un senso a un’annata grigia, ma da sola non basta a riscrivere la narrazione di una squadra che, per lunghi tratti, è sembrata smarrita. Il rischio, reale, è quello di vivere un’estate fatta di incertezze e rimpianti, mentre le rivali — da Roma a Bologna, da Fiorentina a Lazio — costruiscono il loro futuro europeo.
Il tempo per rilanciarsi non è ancora finito, ma serviranno chiarezza, coraggio e scelte nette. E il Milan, oggi, sembra avere bisogno più di tutto di una nuova direzione.