I Top player del Milan deludono anche nel derby contro l’Inter. La fotografia di un ciclo che finisce nel peggiore dei modi.
L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport riprende un tema alquanto caldo tra i tifosi del Milan e riguardante l’apporto dei Top Player rossoneri nelle due gare decisive contro Roma in Europa League e Inter in campionato.
Anche ieri, come in Europa League, tutti i giocatori più talentuosi del Milan sono apparsi sin da subito sconfitti sul piano psicologico, prima ancora che nel risultato.
Il grande flop
Il giornale parla della prestazione di Rafael Leao che, ancora una volta, è di difficile analisi. Come contro la Roma il portoghese non incide, tranne nei minuti finali quando spostandosi sulla fascia sinistra riesce a inserire palloni pericolosi.
La colpa però è anche di Pioli: la sorpresa tattica di schierarlo prima punta lo ingabbia invece di esaltarlo, lasciandolo spesso troppo isolato e lontano dal pallone. Una scelta sbagliata e solo parzialmente “rattoppata” nella ripresa quando, con l’ingresso di Giroud, Leao è stato spostato sulla propria corsia di competenza.
Scelte tattiche a parte, il problema che Leao non riesca ad incidere in altri luoghi che non siano la fascia sinistra è un limite alquanto evidente. La presenza di Leao può apparire, anche nella scelta del prossimo allenatore, un limite tattico obbligando di fatto il Milan a rinunciare a priori all’idea di schierarsi con due punte.
Tristezza e rabbia
Leao non è stato l’unico giocatore a deludere contro la Roma e nel derby. Mike Maignan è sembrato colto di sorpresa dal gol di Marcus Thuram e anche Tomori si è reso protagonista di due prestazioni discutibili.
A livello mentale, forse, chi ha sentito maggiormente la pressione del derby sono stati Theo Hernandez e Davide Calabria, entrambi espulsi a fine gara. A prescindere dal momento è increscioso vedere come due dei leader dello spogliatoio siano capaci di perdere le staffe con tanta facilità. Il Milan infatti nel prossimo turno affronterà la Juventus, rivale per il secondo posto, e dovrà farlo senza di loro.
C’è infine il caso Olivier Giroud, ieri più spettatore che protagonista, partendo dalla panchina. Il suo ingresso in campo nella ripresa ha cambiato il peso specifico dell’attacco rossonero senza tuttavia riuscire ad incidere come sperato.
L’immagine a fine gara è di Giroud triste e sconsolato al termine del suo ultimo derby vissuto con la maglia del Milan è la fotografia perfetta. Il Milan dello Scudetto e delle imprese di Champions è finito ufficialmente ieri sera.
I voti de La Gazzetta dello Sport
Di seguito vi proponiamo i voti che La Gazzetta dello Sport ha dato ai giocatori del Milan scesi in campo ieri sera nel derby contro l’Inter. Qui le nostre pagelle.
Maignan 5,5: “Thuram all’andata gli ha forato l’incrocio, stavolta è Mike ad andare a terra lentamente”
Calabria 5: “In un certo senso, il simbolo del derby. Nel primo tempo, il più pericoloso: tiro parato da Sommer. Nel finale, espulso per il pugno a Frattesi”.
Gabbia 6: “Il più colpevole sullo 0-1. Da lì, uno dei più precisi e decisi”.
Tomori 5: “Segna? Sì, ma perde malamente Lautaro in area, offre un assist a Mkhitaryan, si fa bruciare da Thuram sullo 0-2. Non all’altezza del ruolo di leader difensivo del Milan”.
Theo Hernández 4,5: “Nervoso sempre, pericoloso quasi mai. Colleziona cartellini: un giallo, un rosso, niente Juve”.
Reijnders 5: “Il primo dei sostituiti, non dei colpevoli. Bella palla per avviare il contropiede Musah-Leao, poi si muove, palleggia, mai trova la soluzione per aprire la cassaforte blu”.
Adli 6: “Un francobollo della Repubblica francese sulla schiena di Barella: lo segue ovunque. Due brutte perse subito, poi è tra i più decisi. Certo, con la palla crea proprio poco”. (Dal 69′ Chukwueze 6)
Musah 6: “A destra pare defilato eppure accende due fiammelle nella notte: bella palla per Leao, cross per il tiro di Calabria”. (Dal 77′ Okafor 6)
Loftus-Cheek 4,5: “Mai attacca l’area come potrebbe, mai fa il leader”. (Dal 69′ Bennacer 5,5)
Leao 5: “Rafa inedito. Nel male: Pioli gli chiede di fare il 9 ma non ha i movimenti. E, quando si libera, calcia su Sommer. Nel bene: sponda di testa per il gol. Certo, è pochino…”.
Reijnders 6,5: “Dentro l’olandese per Loftus-Cheek, di fatto nel ruolo di Musah, e il Milan ritrova testa e geometrie a centrocampo. S’è capito: non può permettersi di riposare”. (Dal 52′ Giroud 5)
Pulisic 5: “Trequartista atipico, mette la solita applicazione ma non gli riesce nulla: un uno-due con Giroud chiuso, una girata mancina alta, una mezza idea che Okafor non completa”.