Clarence Seedorf, ex centrocampista e allenatore del Milan, ha parlato del lavoro svolto in rossonero e dei motivi che l’hanno portato a non sedere più su nessuna panchina
Intervenuto nel corso del Festival dello Sport di Trento, Clarence Seedorf, ex centrocampista e allenatore del Milan, ha parlato del lavoro svolto in rossonero e dei motivi che l’hanno portato a non sedere più su nessuna panchina: “Mi sono chiesto perché non ho avuto altre occasioni in Italia, ho due figli nati qui. Non credo che sia un Paese razzista, ho sempre sostenuto questo e penso di aver capito com’è. Ci sono razzisti, ma non lo è. Se uno guarda a ciò che è successo ci sono poche basi per capire che chi è arrivato dopo di me al Milan ha trovato subito squadra e io neanche una proposta”.
Offerta seria solo dalla Cina
“Alcuni mi dicevano che non volevano offendermi con una proposta. Fammela, poi decido io se offendermi o no. Non è solo in Italia, ovunque ci sono pochi allenatore di colore. La prima proposta seria l’ho avuta in Cina, l’ho presa perché mi piace viaggiare e faccio di ogni progetto una cosa importante. Però è deludente vedere che dopo l’esperienza al Milan in cui fai bene non ricevi una chiamata. Il calcio riflette la società. Ne faccio una missione di vita, creare eguaglianza e inclusione. Dovrebbe essere la forza della società. Ormai il mondo è connesso, non c’è più modo di tener fuori la gente. Ti trovi di fianco uno che non ti somiglia, ma che è più del tuo Paese di te stesso, sa di più… È stato un momento difficile, ne ero cosciente, ma non pensavo succedesse con me”

