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UEFA, Traverso: “Ecco cosa dovranno cambiare i club di Serie A”

UEFA Champions League final ambassador and Former French footballer Mikael Silvestre (R) UEFA Deputy General Secretary Giorgio Marchetti (L) take part in the draw for the 2022 UEFA Champions League quarter-finals, semi-finals and final at the UEFA headquarters, in Nyon, on March 18, 2022. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP) (Photo by FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Le nuove regole su Fair Play Finanziario rappresenta un passo indietro della UEFA nei confronti dei club. Le società ora avranno un margine d’azione più ampio a livello finanziario. Andrea Traverso, responsabile delle licenze UEFA, è stato intervistato sull’argomento

Le nuove regole su Fair Play Finanziario rappresenta un passo indietro della UEFA nei confronti dei club. Le società ora avranno un margine d’azione più ampio a livello finanziario.

Andrea Traverso, responsabile delle licenze UEFA, è stato intervistato da Rai Gr Parlamento:

“Come cambia la normativa inerente al fair play finanziario? La prima versione aveva un focus molto più importante sul costo economico, ora lo abbiamo spostato più sul patrimonio netto, la solidità patrimoniale. Questa sarà una delle sfide più importanti per le società.

Chi ha un patrimonio negativo dovrà incrementarlo del 10% ogni anno fino ad arrivare in territorio positivo. Gli effetti della pandemia dovrebbero farsi sentire ancora per un paio d’anni, direi che dal 2024 si dovrebbe tornare a una situazione pre-pandemia. Per quello è importante iniziare ad agire subito”.

Sul futuro della Serie A: “I club italiani oggi hanno un costo squadra tra i più elevati a livello europeo legato soprattutto al trasferimento di giocatori, più che agli stipendi. Ci aspettiamo che nel 2022-2023 i costi squadra continuino a salire, poi il trend dovrebbe invertirsi, soprattutto con la diminuzione dei costi per i trasferimenti. Bisogna ripensare il sistema calcio in Italia e c’è soprattutto la necessità di investire nelle infrastrutture e nei settori giovanili, dove i club italiani sono un po’ più indietro rispetto al resto dell’Europa”.

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