Il Milan si è fermato ancora. Dopo il rocambolesco 2-2 contro il Pisa, martedì sera è arrivato un altro pareggio, questa volta contro l’Atalanta, in un match dal sapore molto diverso ma dal risultato ugualmente amaro per i rossoneri.
Come riportato da La Gazzetta dello Sport, per la squadra di Ivan Juric si tratta del settimo pareggio in nove partite, il quinto consecutivo in Serie A. Un’imbattibilità che racconta solidità, ma anche una certa difficoltà nel concretizzare.
Il Milan, dal canto suo, registra il terzo pareggio nelle ultime quattro gare: un andamento altalenante che allontana le ambizioni di titolo e lascia il Napoli scappare in testa, mentre la Roma potrebbe approfittarne già nel prossimo turno a San Siro.
Attacco sterile e gestione incerta
I rossoneri hanno tirato una sola volta nello specchio, e proprio da quel tiro è nato il gol del vantaggio firmato da Samuele Ricci, alla sua prima rete con la maglia del Milan.
Come contro il Pisa, il vantaggio iniziale ha portato la squadra di Allegri a gestire il ritmo, ma questa volta l’atteggiamento è apparso più rischioso.
L’Atalanta ha reagito con aggressività, sfruttando le difficoltà del Milan in uscita palla al piede. Anche il veterano Luka Modrić ha commesso un errore insolito che ha innescato l’azione del pareggio.
Sulla fascia destra si sono visti i limiti del 5-3-2 rossonero: Leão, apparso opaco e affaticato, non ha dato supporto difensivo, mentre Pulisic si abbassava spesso per formare un 5-4-1. Entrambi sono stati sostituiti, insieme a Santiago Gimenez, autore di una prestazione deludente e uscito per un lieve infortunio.
L’Atalanta di Juric: imbattuta ma incompiuta
Juric ha costruito un’Atalanta capace di pressare alto e creare densità, ma ancora priva di cattiveria sotto porta.
Le occasioni sprecate da Ahanor e Lookman ne sono la prova, anche se proprio l’attaccante nigeriano ha firmato il pareggio al 35’, tornando al gol dopo quasi sei mesi di digiuno.
Il suo ritorno al gol, dopo un’estate difficile tra addii e riconciliazioni, ha restituito entusiasmo a Bergamo.
Nonostante l’imbattibilità, la Dea non vince in campionato dal 21 settembre. È l’unica squadra di Serie A ancora senza sconfitte, ma rimane intrappolata a metà classifica, lontana dalle ambizioni europee.
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Analisi tattica e prospettive
Il ritorno di Fikayo Tomori ha riportato il Milan alla difesa a tre, ma la mancanza di sincronismo è costata cara: il difensore inglese è stato anticipato da Pasalic, che ha servito l’assist per il gol del pari.
Un errore collettivo, completato dal ritardo di Gabbia in chiusura e dalla copertura tardiva di Saelemaekers.
L’ingresso forzato di Brescianini al posto di De Roon ha dato vivacità all’Atalanta, mentre nel finale l’ingresso di Musah ha riequilibrato il centrocampo milanista, senza però cambiare il risultato.
Conclusioni: equilibrio o crisi?
Il Milan non è in caduta libera, ma sta perdendo la spinta che lo aveva portato ai vertici della classifica. I pareggi consecutivi evidenziano una squadra stanca e incerta, incapace di chiudere le partite e vulnerabile nei momenti chiave.
Domenica contro la Roma servirà una reazione vera, non solo nei numeri ma soprattutto nella mentalità.
Per ora, resta l’immagine di un Milan sospeso tra delusione e speranza, e di un’Atalanta che continua a pareggiare, imbattuta ma incompiuta.




