Massimiliano Allegri è l’allenatore che ha cambiato meno titolari finora in Serie A. Il tecnico del Milan ha infatti schierato solo 15 giocatori diversi dall’inizio nelle prime giornate di campionato. L’ultimo “nuovo” titolare, Davide Bartesaghi, è stato inserito soltanto per necessità, a causa dell’espulsione di Estupiñán nella gara precedente contro il Napoli.
Una scelta che rivela molto del lavoro di Allegri: il Milan ha già trovato la sua identità, una base solida e riconoscibile su cui costruire il resto della stagione.
Un precedente firmato Conte
La situazione ricorda da vicino quella vissuta da Antonio Conte lo scorso anno al Napoli. Anche l’allenatore campione d’Italia 2024-25 ruotò pochissimo, chiudendo la stagione con nove giocatori oltre i 2.000 minuti disputati.
Se non fosse stato per gli infortuni di Buongiorno e Spinazzola o per la cessione di Kvaratskhelia al PSG, la lista sarebbe stata ancora più lunga.
Il Milan di oggi sembra seguire lo stesso modello: solidità, fiducia nei titolari e pochi cambi.
I pilastri del Milan di Allegri
Tra i più utilizzati, Matteo Gabbia spicca come simbolo della continuità rossonera: 540 minuti su 540 giocati. Subito dietro, Luka Modric con 515 minuti e Saelemaekers con 506.
Sette giocatori sono partiti titolari in ogni partita di Serie A, ma senza l’infortunio di Maignan e la squalifica di Estupiñán sarebbero stati nove.
L’arrivo di Adrien Rabiot, sempre titolare da quando è arrivato, ha ulteriormente stabilizzato un undici già ben definito. Allegri può contare su una gerarchia chiara e su un gruppo che conosce i propri automatismi.
I rivali ruotano di più
La differenza con le altre big è evidente. Il Napoli capolista ha già utilizzato 21 titolari diversi, lo stesso numero dell’Inter (considerando anche Pavard, ceduto poi al Marsiglia).
Anche l’Atalanta ha cambiato molto, complice una lunga lista di infortuni. Roma e Juventus si fermano invece a quota 18 titolari differenti, ma la profondità delle rispettive rose è minore.
Per il Milan, senza impegni europei, non c’è l’esigenza di turnover: Allegri può gestire le energie mantenendo intatto l’equilibrio tattico.
La forza della stabilità
In un campionato dove molti club devono alternare uomini e strategie, la continuità del Milan potrebbe rivelarsi un vantaggio cruciale.
Con una difesa mai modificata (Tomori, Gabbia e Pavlović) e un attacco in crescita con Leao e Nkunku, Allegri sembra aver trovato la formula giusta per dare solidità e fiducia al gruppo.
Se la stabilità diventerà anche rendimento costante, il Milan potrà sognare in grande.

