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Capello spiega perché Allegri è l’uomo giusto per fare ripartire il Milan

FLORENCE, ITALY - NOVEMBER 12: Fabio Capello and Massimiliano Allegri manager of Juventus during the "Golden Bench" award at Centro Tecnico Federale di Coverciano on November 12, 2018 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Massimiliano Allegri è tornato a Milanello. Un déjà-vu, sì, ma anche una scelta ponderata, strategica e, per molti, inevitabile. Dopo anni difficili e identità smarrite, il Milan cerca una guida solida, esperta, che sappia rimettere ordine nel caos e restituire alla squadra la sua anima competitiva. Chi meglio di Allegri, che non solo conosce l’ambiente, ma ha già vinto sotto la Madonnina? Per Fabio Capello, è la persona giusta nel momento giusto: “Sa cosa vuol dire giocare per il Milan e a San Siro, conosce il problema e può risolverlo”.

Leadership e conoscenza: i punti di forza

La conoscenza del contesto milanista è più che un vantaggio: è una risorsa indispensabile in una fase di ricostruzione. Allegri non dovrà imparare nulla da zero. Ha già varcato le porte di Casa Milan per discutere di mercato con la dirigenza e da oggi ha ripreso in mano il centro sportivo di Milanello. Al suo fianco c’è Igli Tare, con cui sta pianificando le mosse giuste per dare al Diavolo una nuova forma. “Servono giocatori di valore, funzionali alle sue idee”, scrive Capello sulla Gazzetta dello Sport. E Allegri, come sempre, sta lavorando in silenzio, ma con precisione.

Il tecnico livornese ha già una lista di nomi sul taccuino, ma è chiaro: “Il primo e il secondo nome sono buoni, il terzo meglio lasciarlo stare”. Una filosofia che privilegia la chiarezza e la qualità rispetto ai ripieghi. In un calcio che spesso rincorre suggestioni e colpi mediatici, Allegri punta alla sostanza. Ed è proprio questo il tratto distintivo della sua nuova gestione: niente voli pindarici, ma concretezza e visione.

Un Milan essenziale, senza coppe e senza alibi

Il ritorno di Allegri coincide con una stagione senza impegni europei: una condizione ideale per focalizzarsi totalmente sul campionato. “L’obiettivo può essere solo lo scudetto”, sottolinea Capello. Per questo, Max ha già alzato l’asticella degli allenamenti, imponendo doppie sedute quasi quotidiane. Un segnale chiaro: la disciplina e la dedizione non saranno opzionali.

Ma non si parli di “sergente di ferro”. Allegri non è un tiranno, ma un leader. Uno che non accetta capricci e pretende rispetto per il gruppo. Dopo una stagione segnata da episodi controversi nello spogliatoio, la sua presenza sarà anche un presidio contro derive individualistiche. “Con lui certe cose non succederanno – afferma Capello – perché i giocatori percepiscono subito chi ha leadership e chi no”.

La lezione degli errori: da Fonseca a Conceiçao

Le recenti esperienze fallimentari di altri tecnici, come Fonseca e Conceiçao, sono servite da monito. Il Milan ha capito che non basta un’idea di gioco affascinante se manca la credibilità. Allegri, invece, sa trasmettere certezze. Il suo carisma, unito alla conoscenza profonda dell’ambiente, rappresenta oggi il miglior punto di partenza possibile. Il Milan quindi riparte da Allegri per ritrovare sé stesso. Per ricostruire un’identità perduta, riaccendere lo spirito rossonero e tornare a vincere. Il cammino sarà lungo, ma la direzione è tracciata: chiarezza, rigore e ambizione. Max è tornato, e con lui, forse, anche l’idea che vincere non sia solo un sogno.

Tags AC Milan

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