Nonostante la retrocessione in Serie D, il progetto Milan Futuro è destinato a proseguire. La volontà della dirigenza è chiara: l’investimento da circa 15 milioni di euro al primo anno non può essere abbandonato. Per questo, in queste ore sono in corso colloqui tra il club, l’allenatore Massimo Oddo e il senior advisor Mauro Tassotti. Filtra ottimismo per la permanenza di entrambi, con il ds Kirovski già confermato. La linea è tracciata: continuare a crescere giovani, nonostante il duro colpo sportivo.
Le parole di Moncada e la differenza tra Serie C e D
Dopo la sconfitta nel playout contro la SPAL (club ora a rischio iscrizione), il direttore tecnico Geoffrey Moncada aveva minimizzato l’impatto della retrocessione: “Giocare in B, in C o in D non è così importante per noi. Per noi è importante creare talento, creare giocatori”. Un tentativo legittimo di salvare il senso del progetto, ma che aveva sollevato più di una perplessità. La differenza tra una categoria professionistica come la Serie C e una dilettantistica come la Serie D, infatti, non è opinabile: cambia tutto, dal livello degli avversari alla crescita individuale.
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Camarda e Zeroli, addio (provvisorio): servono minuti veri
Il caso più eclatante riguarda Francesco Camarda e Kevin Zeroli, due tra le promesse più brillanti del settore giovanile rossonero. Per entrambi si prospetta una stagione in prestito, possibilmente in Serie B, dove possano trovare spazio e continuità. Per Camarda, autore di 235 minuti in prima squadra nell’ultima stagione, e per Zeroli (12 minuti prima del passaggio al Monza), la Serie D non rappresenta un contesto formativo all’altezza. Il minutaggio, come sempre, sarà la chiave per la loro evoluzione.
Cosa sarebbe cambiato con la salvezza?
La mancata salvezza ha interrotto un percorso virtuoso che si stava appena delineando. Se il Milan Futuro fosse rimasto in Serie C, forse Camarda e Zeroli sarebbero rimasti in rossonero, accompagnati gradualmente verso la prima squadra. Ora invece si opterà per un percorso “classico”, ovvero quello del prestito mirato in club professionistici, una strada già battuta da molti altri top club europei senza seconde squadre.
Sullo sfondo, il terremoto delle curve
La situazione sportiva si intreccia, in maniera indiretta ma significativa, con la cronaca giudiziaria. Il recente verdetto dell’inchiesta “Doppia Curva” ha inflitto circa 90 anni di carcere complessivi agli ultrà di Curva Sud Milan e Curva Nord Inter. Dieci anni a Luca Lucci, leader storico della Sud, per istigazione al tentato omicidio e associazione a delinquere; stessa pena per Andrea Beretta, ex capo della Nord, accusato di omicidio con aggravante mafiosa. Un colpo durissimo che obbliga il club a una riflessione più ampia sulla gestione del tifo organizzato e sull’immagine complessiva della società.
Gli imputati sono stati inoltre condannati al risarcimento dei danni a Milan, Inter e Lega Calcio, che sarà stabilito in un tribunale separato; dovranno immediatamente pagare una somma provvisoria di 50.000 euro per ciascuna delle due società. La Lega Serie A – rappresentata dall’avvocato Salvatore Pino – ha ricevuto 20.000 euro.