Il Milan ha deciso di muoversi con decisione in vista della prossima stagione. Dopo l’addio lampo di Sergio Conceição, in carica solo da fine dicembre, il club ha ufficializzato il ritorno di Massimiliano Allegri in panchina. L’annuncio è arrivato pochi giorni dopo l’ingaggio di Igli Tare come nuovo dirigente, segno di una strategia ben precisa da parte della dirigenza.
Per Allegri si tratta di una seconda avventura in rossonero, dopo quella dal 2010 al 2014 culminata con lo Scudetto nel 2011. Ma cosa può offrire oggi Max al Milan? Per capirlo, bisogna analizzare il suo stile di gioco, evolutosi negli anni ma rimasto fedele ad alcuni principi cardine.
Difesa: blocco basso, centro congestionato e adattabilità
Una delle firme tattiche di Allegri è la flessibilità difensiva. Alla Juventus, sua ultima esperienza, alternava moduli come il 5-4-1, 4-1-4-1 e 4-4-2 in base all’avversario. L’obiettivo? Intasare il centrocampo, abbassare il baricentro e lasciare l’iniziativa agli avversari, per poi colpirli in transizione.

Il pressing non è sempre alto e aggressivo: spesso è selettivo, orizzontale e studiato per forzare l’errore. Tuttavia, contro squadre più deboli o nei primi minuti, Allegri non disdegna il pressing alto a uomo. Tutto dipende dal contesto: Allegri è uno stratega, non un ideologo.
Un principio ricorrente? Ogni difensore ha una zona da difendere, non un uomo, secondo un approccio posizionale. Anche quando si schiera a uomo, la zona resta il punto di riferimento.
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Attacco: relazionismo puro e libertà creativa
In fase offensiva, Allegri abbandona ogni rigidità strutturale. A differenza di tecnici come Guardiola o De Zerbi, non impone posizioni fisse né sovraccarichi codificati. Preferisce un approccio relazionale, che punta su movimenti naturali, combinazioni istintive e intelligenza individuale.
Il Milan potrà aspettarsi:
- Costruzione “caotica” con centrocampisti che si abbassano a turno, come accadeva con Pirlo e Seedorf.
- Verticalità immediata, con lanci in profondità per superare le linee.
- “Toco y me voy”, passaggi rapidi seguiti da movimento senza palla per creare triangolazioni.
- Combinazioni del terzo uomo, in cui l’intesa tra i giocatori fa la differenza.
- Libertà di movimento, anche per ruoli chiave come il trequartista o le mezzali.
Questo approccio richiede giocatori intelligenti e tecnici, capaci di leggere gli spazi e decidere in autonomia. L’assenza di una struttura rigida può essere un vantaggio… o un problema, se mancano interpreti all’altezza.

Calci piazzati: un’arma da sfruttare
La Juventus di Allegri ha spesso fatto affidamento sui calci piazzati: 13 gol da palla inattiva nella stagione 2023-24. Corner ben studiati, blocchi intelligenti e movimenti mirati hanno portato a gol come quelli di Cambiaso contro la Salernitana o Chiellini contro il Barcellona.
In difesa, Allegri alterna marcature a uomo e a zona, in un sistema ibrido che cerca di combinare copertura e aggressività.
Le criticità: attaccanti isolati e mancanza di struttura
Il gioco di Allegri, però, non è esente da difetti. Il principale riguarda la scarsa presenza offensiva quando la squadra difende bassa, con gli attaccanti lasciati soli contro più difensori. Inoltre, l’assenza di struttura codificata in fase di costruzione può portare a situazioni di stallo, dove nessuno si fa trovare smarcato.

L’intelligenza calcistica viene premiata, ma può anche tradursi in confusione tattica.
Allegri e Milan: missione riscatto
Massimiliano Allegri torna al Milan con un compito chiaro: riportare stabilità e risultati. Dopo un secondo ciclo alla Juventus chiuso tra polemiche e rimpianti, il tecnico livornese ha bisogno di rilanciarsi in un ambiente che conosce bene.
Il suo stile di gioco divide, ma è difficile contestarne l’efficacia quando supportato da giocatori di livello. Ed è proprio qui che entra in gioco la dirigenza: fornire ad Allegri i profili adatti sarà fondamentale per evitare un déjà-vu.
Il ritorno di Allegri segna un cambio di paradigma per il Milan. Dopo esperimenti più europei come quelli con Pioli e Conceição, i rossoneri si affidano a un tecnico italianissimo, pragmatico, flessibile. Se supportato adeguatamente, Max può dare filo da torcere a chiunque. Ma senza una rosa all’altezza, nemmeno la miglior strategia può bastare.