L’avventura di Sergio Conceição con il Milan si è conclusa dopo soli cinque mesi, ed è stata sicuramente un’esperienza di alti e bassi.
Ora inizia l’era Allegri
Il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan ha riportato entusiasmo tra i tifosi, che vedono in lui la scelta giusta per rilanciare il club.
L’avventura di Conceição al Milan era cominciata con un sigaro tra le labbra e la Supercoppa Italiana tra le mani: un esordio trionfale, inaspettato, arrivato a pochi giorni dalla sua nomina, dopo il brusco esonero di Paulo Fonseca.
Il trofeo, conquistato in rimonta contro l’Inter in Arabia Saudita, aveva acceso speranze e fatto immaginare una nuova era, capace di risvegliare ambizioni. Invece, si è rivelato un fuoco di paglia: il picco iniziale di un percorso che da lì in poi è andato solo in salita.
L’eliminazione ai play off di Champions League contro il Feyenoord ha rappresentato la delusione più cocente. In campionato, il Milan ha chiuso con un deludente ottavo posto, e in Coppa Italia ha perso la finale contro il Bologna. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Un’energia che non è mai arrivata
Conceição non è riuscito a garantire continuità, né nei risultati né nelle prestazioni. Troppi malumori, tensioni con alcuni giocatori (emblematico l’episodio con Calabria dopo Milan-Parma, o il rapporto incrinato con Bennacer), e una squadra che ha progressivamente perso identità e grinta.
I segnali di impazienza e frustrazione erano sempre più evidenti, così come le difficoltà nel gestire il gruppo. Non è mai riuscito a portare quell’energia positiva che ci si aspettava, né nel rapporto con la stampa né con l’ambiente rossonero.
Un epilogo freddo
Arroganza? No, è semplicemente il suo carattere. E ogni carattere ha luci e ombre. Alla fine, l’addio è arrivato senza clamori, senza spiegazioni, quasi in silenzio. Un epilogo freddo, coerente con una parentesi che sembra non essere mai davvero cominciata.
Conceição lascia Milano senza lasciare una vera traccia, se non quel sorriso amaro legato alla vittoria sull’Inter. La sua esperienza in rossonero resterà per sempre come un’occasione mancata, sia per lui che per la società. Eppure, il suo nome è ormai scritto nei libri di storia: un trofeo, seppur effimero, è pur sempre un trofeo.