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Allegri al Milan, ecco com’è andata: la ricostruzione passo dopo passo

Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore del Milan: una scelta difficile e maturata non senza intoppi e colpi di scena. Proviamo a ricostruire passo-passo com’è andata.

Il Milan chiude la stagione al nono posto in Serie A, un risultato disastroso per un club della sua storia. La doppia gestione tecnica, prima con Paulo Fonseca e poi con Sergio Conceição, non ha mai convinto. Ma il vero fallimento è stato strutturale: l’assenza di un direttore sportivo con reale competenza calcistica ha lasciato la squadra senza una guida tecnica e strategica.
La scelta di affidare il progetto a figure lontane dal mondo del calcio è stata l’errore originario. Una rosa anche di buon livello si è così ritrovata priva di fondamenta, in balia di un progetto tecnico mai realmente partito.

L’arrivo di Igli Tare: competenza e visione

La proprietà RedBird ha deciso di cambiare rotta, puntando su un dirigente esperto e rispettato come Igli Tare, già artefice dei successi della Lazio. L’albanese è stato a lungo in trattativa con il club, bloccato da lotte interne tra Zlatan Ibrahimovic e l’AD Giorgio Furlani. Nomi come Sartori, D’Amico e Berta sono stati valutati, ma nessuno ha deciso di abbracciare la causa rossonera.

Per qualche giorno si è anche paventata l’idea di proseguire senza un Ds anche nella prossima stagione ma l’eco degli errori compiuti nel recente passato ha (fortunatamente) avuto la meglio.

Così nel momento in cui Tare ha ottenuto l’incarico ufficiale, ha subito indicato il suo uomo per la panchina: Massimiliano Allegri, già allenatore del Milan dal 2010 al 2014. Una figura che incarna esperienza, leadership e carisma.

Massimiliano Allegri rappresenta la perfetta sintesi tra pragmatismo e ambizione: un profilo vincente e capace di gestire pressioni elevate.

Allegri al Milan: tra rilancio personale e ritorno alle origini

La trattativa non è stata semplice. Allegri aveva in mano un accordo verbale con il Napoli per il dopo-Conte, ma il lavoro diplomatico di Tare è stato decisivo. Il dirigente albanese ha accelerato i tempi e convinto Allegri con un’offerta concreta: oltre 15 milioni in tre anni, la promessa di una rosa competitiva e soprattutto un progetto tecnico solido.

La proprietà ha superato le iniziali perplessità sull’investimento da 5 milioni annui e ha deciso di rompere con il passato: basta limiti salariali e progetti a breve termine. La missione è rifondare, non rattoppare.

Furlani fa un passo indietro, il Milan riparte da Allegri

Paradossalmente, la mossa più intelligente di Furlani è stata quella di fare un passo indietro. Affidandosi a Tare per la scelta del tecnico e per la guida sportiva del club, ha permesso al Milan di recuperare credibilità interna ed esterna.

Una scelta che potrebbe rivelarsi decisiva anche per il futuro dei big come Maignan, Theo, Leao e Pulisic, tutti in attesa di segnali forti prima di decidere se restare. Allegri, con il suo peso specifico, rappresenta proprio quel tipo di segnale.

Obiettivi e aspettative: una nuova era rossonera

L’era Allegri 2.0 parte da basi più solide rispetto al recente passato. Il Milan ha finalmente una catena di comando tecnica coerente: un DS esperto e un allenatore vincente. Entrambi motivati da un desiderio di rivincita e determinati a riportare il club al vertice del calcio italiano ed europeo.

Con Conte ormai ufficiale al Napoli e la concorrenza in fermento, il ritorno di Allegri al Milan appare come una scelta di continuità nella discontinuità: ripartire da chi conosce l’ambiente, ma con idee nuove e finalmente con una vera struttura alle spalle.

Il Milan ha scelto di voltare pagina, questa volta per davvero. Con Igli Tare in cabina di regia e Massimiliano Allegri in panchina, i rossoneri sembrano pronti a riscrivere la propria storia. E forse, a tornare grandi.

Tags AC Milan

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