Tra la delusione per una stagione fallimentare e la rabbia contro la proprietà, la Curva Sud inscena una protesta simbolica e decisa: “Lasciamoli soli con la loro vergogna”.
L’ultima giornata di campionato tra Milan e Monza, in programma oggi al “Meazza”, si trasforma in un evento simbolico per la tifoseria rossonera. Dopo una stagione caratterizzata da profonde delusioni – una Supercoppa italiana vinta, ma anche una finale di Coppa Italia persa e il peggior piazzamento in Serie A degli ultimi dieci anni – i riflettori non sono puntati solo sul campo. Al centro dell’attenzione c’è la vibrante protesta della Curva Sud Milano, che ha deciso di lanciare un segnale forte alla proprietà RedBird e alla dirigenza del club.
Una protesta organizzata e civile
Il tifo organizzato rossonero ha scelto di dare vita a una manifestazione compatta e responsabile, all’insegna della civiltà ma con un messaggio chiaro: il malcontento verso la gestione societaria è al culmine. Il punto di partenza della protesta è Casa Milan, dove fin dal primo pomeriggio raduneranno centinaia di sostenitori con lo slogan “Difendiamo il nostro amore per il Milan”. A testimonianza dell’organizzazione meticolosa, la Curva ha invitato tutti i partecipanti a mantenere libere le scale, la rampa e l’ingresso dello store ufficiale, per garantire un presidio ordinato e visibile.
Durante la manifestazione, in concomitanza con un evento musicale techno già programmato, la musica sarà temporaneamente sospesa per lasciare spazio alla voce dei tifosi. Un gesto simbolico, ma potente, per sottolineare che oggi la parola spetta al cuore rossonero.
Il corteo verso San Siro
Una volta conclusa la manifestazione a Casa Milan, i tifosi si incammineranno insieme a piedi verso lo stadio, seguendo uno striscione che ha aperto il corteo. Durante il tragitto, cori e canti accompagneranno la marcia silenziosa ma determinata di chi oggi non vuole restare in silenzio. “Dobbiamo essere responsabili, uniti e impeccabili”, si legge nel comunicato della Curva. Il popolo rossonero mostra ancora una volta di voler difendere la propria identità con dignità e passione.
Un gesto forte: abbandonare lo stadio
Il momento più simbolico della protesta è però atteso all’interno del “Meazza”. Alle 19.45, i tifosi della Curva entreranno nel settore, e appena scoccato il 15° minuto del primo tempo daranno dato vita all’azione più clamorosa: l’abbandono collettivo dello stadio. Un gesto pacifico, ma dal forte impatto visivo e comunicativo. “Lasciamoli soli con i loro turisti, i loro clienti e la loro vergogna”, è il messaggio lanciato via social e riecheggiato tra gli spalti.
Striscioni e altri strumenti di protesta visiva sono stati vietati dalle autorità, ma l’assenza della Curva Sud basta a rendere palpabile il vuoto. Un silenzio assordante, che pesa come una sentenza.
Il Milan e il suo popolo: una frattura aperta
Il Milan chiude così una stagione amara, in un clima teso e carico di amarezza. La distanza tra la proprietà e la tifoseria sembra più ampia che mai. La protesta di oggi è solo l’ultima tappa di un dissenso crescente, alimentato da decisioni societarie contestate e da una gestione sportiva giudicata inadeguata.
Il messaggio della Curva Sud è chiaro: non si tratta solo di risultati, ma di identità, passione e rispetto per la storia di un club glorioso. Oggi, più che mai, i milanisti hanno scelto di far sentire la loro voce, con la forza del silenzio.