Il futuro del Milan potrebbe cambiare volto. Secondo quanto rivelato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Carlo Festa, Gerry Cardinale, patron del fondo RedBird Capital, sta valutando l’ingresso di nuovi investitori per sostenere economicamente il club rossonero. L’obiettivo? Alleggerire il debito ancora pesante verso Elliott Management, originatosi con l’acquisizione del Milan nel 2022 per 1,2 miliardi di euro, di cui circa 700 milioni finanziati proprio da Elliott.
A oggi, il debito è sceso a circa 500 milioni dopo un rimborso parziale, ma la pressione resta alta. Per questo Cardinale, al momento in missione nel Golfo tra Qatar, Bahrein e Arabia Saudita, potrebbe aprire alla cessione di una quota di minoranza, con diritto di prelazione sulla maggioranza in futuro.
Il ruolo silenzioso di Cardinale: il Milan come asset finanziario
Come evidenziato da Festa, l’approccio di Cardinale resta puramente imprenditoriale: “Per lui il Milan è business, non sport”, ha dichiarato. Un’affermazione che spiega la sua assenza dai riflettori e il tono quasi anonimo della sua gestione, in netto contrasto con i tifosi che chiedono trasparenza, progettualità e presenza.
L’ingresso di un socio di minoranza potrebbe garantire nuove risorse, ma resta il rischio che questa mossa preluda a un disimpegno più ampio. In un clima di incertezza, ogni passo della proprietà è ora monitorato con attenzione, anche perché la stagione 2024-25 ha lasciato cicatrici profonde.
Ibrahimovic sotto esame: da icona a figura discussa

Uno dei temi più caldi riguarda Zlatan Ibrahimovic, nominato Senior Advisor da RedBird con grandi aspettative, ma oggi sempre più ai margini. Dopo un inizio mediaticamente vivace, Ibra è scomparso progressivamente dai radar, anche dai social, dove pure vanta oltre 72 milioni di follower. L’ultima uscita significativa? Una frase di circostanza alla vigilia della finale di Coppa Italia.
Il suo contributo concreto, però, resta nebuloso. Come sottolineato da La Gazzetta dello Sport, il suo coinvolgimento nel progetto Milan Futuro – retrocesso in Serie D nonostante 15 milioni di investimenti – e il ruolo in fase di mercato non hanno prodotto risultati visibili. Anche le sue uscite pubbliche, sempre rassicuranti e ottimiste, sono state accolte con crescente scetticismo.
I tifosi lo scaricano: dalle ovazioni ai fischi
Il turning point per il rapporto tra Ibrahimovic e la tifoseria si è verificato già a dicembre, quando è stato fischiato durante Milan-Genoa. Da allora, il suo silenzio e l’assenza in momenti chiave – come la sfida decisiva contro la SPAL, preferendo seguire la Primavera dove gioca il figlio – hanno alimentato la disillusione.
Non aiutano nemmeno le tensioni interne: sebbene abbia smentito contrasti con l’ad Giorgio Furlani, è evidente che le gerarchie sono da rivedere. Lo stesso Zvonimir Boban, voce autorevole del passato rossonero, ha sollevato dubbi sul reale ruolo dell’ex attaccante svedese.
Estate 2025: la rinascita parte dalla chiarezza
L’estate che sta per iniziare sarà dunque cruciale. Il Milan ha già avviato una rivoluzione dirigenziale, con Igli Tare favorito per il ruolo di nuovo direttore sportivo. Ma non basterà. Serviranno visione, competenza e decisioni rapide per riportare il club a livelli competitivi e ridare fiducia all’ambiente.
Sia Ibrahimovic che Cardinale sono ora chiamati a risposte chiare: il primo per definire il proprio ruolo, il secondo per dare solidità economica e un volto coerente alla sua proprietà. Senza più alibi.