La sconfitta contro il Bologna in Coppa Italia ha segnato il punto di non ritorno per Sérgio Conceição, il cui futuro al Milan è praticamente deciso. Un’avventura cominciata con speranze e una coppa sollevata a Riyadh, ma che si è progressivamente spenta tra risultati altalenanti e una squadra mai veramente sua.
Il tecnico portoghese ha provato ad adattarsi, sperimentando tre diversi moduli, ma senza mai trovare la quadra. Le lacune strutturali della rosa, un’eredità complessa lasciata da Stefano Pioli, e una dirigenza che ha faticato a definire una chiara linea tecnica, hanno reso il lavoro di Conceição ancor più complicato. Un fallimento condiviso, che però porta inevitabilmente a un cambiamento.

Tanti nomi, poche certezze: la corsa alla panchina rossonera
La Gazzetta dello Sport ha tracciato un quadro realistico dei candidati per la panchina del Milan. Alcuni nomi sono subito usciti dai radar: Carlo Ancelotti, prossimo CT del Brasile (fonte Wikipedia), e Cesc Fabregas, che ha deciso di restare ancora al Como.
Restano in corsa quattro tecnici: Maurizio Sarri, Massimiliano Allegri, Roberto De Zerbi e Vincenzo Italiano. Tuttavia, solo i primi due sembrano opzioni realistiche al momento. De Zerbi ha appena portato il Marsiglia in Champions League e Italiano, fresco vincitore della Coppa Italia, è idolatrato a Bologna e difficilmente si muoverà.
Sarri e Allegri: tra realismo e rilancio
Con entrambi attualmente senza panchina, Sarri e Allegri rappresentano le ipotesi più concrete. Il primo porterebbe un’identità tattica definita e un progetto di gioco strutturato. Il secondo, una maggiore esperienza gestionale e capacità di lavorare sotto pressione, ma con costi elevati.
Tuttavia, la mancanza di un direttore sportivo rende tutto più complesso: senza una figura forte a livello dirigenziale, è difficile immaginare che un tecnico di alto livello si assuma il rischio di prendere in mano un progetto così incerto.
Un cambio necessario, ma con tante incognite
Il Milan ha bisogno di una svolta netta, e l’addio a Conceição sembra solo il primo passo. Tuttavia, la sensazione è che il club si trovi davanti a un bivio: rischiare con un profilo in cerca di rilancio o tentare un colpo ad effetto per ricostruire credibilità e ambizione.
Mentre i tifosi aspettano risposte, l’impressione è che il vero cambiamento debba partire dall’alto: servono idee chiare, investimenti mirati e una visione di lungo termine. Solo così il Milan potrà tornare competitivo, in Italia e in Europa.