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Maignan ha perso la pazienza: dopo l’accordo il Milan ha bloccato tutto

L’incertezza regna sovrana in casa Milan, e neanche il futuro di Mike Maignan fa eccezione. Il portiere francese, diventato un punto fermo della squadra rossonera, aveva raggiunto a febbraio un accordo verbale per il rinnovo del contratto, ma da allora tutto è rimasto sospeso. Nessun appuntamento per le firme, nessun seguito concreto. Secondo Matteo Moretto di Relevo, Maignan si aspettava il rinnovo e ora si sarebbe spazientito.

Il contratto dell’estremo difensore scade tra poco più di un anno e il Milan si trova così di fronte a un bivio: blindare un leader tecnico e carismatico o prepararsi a una dolorosa separazione. Non a caso, nelle ultime settimane sono circolati nomi di potenziali sostituti, come Mile Svilar della Roma. Un segnale che il club non esclude scenari radicali.

La stagione 2024-25, un fallimento su tutta la linea

A rendere ancora più pesante il clima a Milanello è stata una stagione deludente, culminata con la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Bologna. Uno 0-1 che ha lasciato poco spazio agli alibi: prestazione opaca, priva di anima e identità. L’unico trofeo in bacheca, la Supercoppa Italiana, è poca cosa rispetto alle aspettative.

Il tecnico Sergio Conceição, subentrato a stagione in corso, sembra destinato a pagare per colpe non totalmente sue. La sua gestione non ha prodotto la scossa sperata, ma il caos attorno a lui ha sicuramente influito. Una situazione che richiama la vecchia legge del calcio: si cambia l’allenatore per salvare il salvabile, anche quando il problema è più profondo.

Sacchi duro: “Manca un’idea di club”

A puntare il dito contro la gestione del Milan è stato Arrigo Sacchi, storico ex allenatore rossonero e voce autorevole del calcio italiano. In un lungo articolo su La Gazzetta dello Sport, Sacchi ha elencato quattro motivi chiave del disastro stagionale. Il primo? L’assenza di un’idea societaria.

“Il Milan non ha un’identità. La società dovrebbe indicare la strada, come faceva Berlusconi”, ha scritto Sacchi, ricordando l’epoca d’oro in cui il club era un modello di visione e coerenza. Arrigo Sacchi ha poi criticato le scelte tecniche, il mercato e la costruzione di una squadra fatta di giocatori “scelti a caso”, senza una logica comune.

Giocatori senza amalgama e un mercato sbagliato

L’ex tecnico ha evidenziato come la rosa del Milan sia composta da elementi individualmente validi ma incapaci di fare squadra. “Si va all’estero a prendere giocatori da culture diverse, ma poi manca l’amalgama. Come si crea uno stile così?”, si chiede Sacchi, che ha citato la sua esperienza vincente con una base italiana integrata da pochi stranieri di qualità.

Il quarto punto dolente riguarda il mercato: scelte avventate, senza criteri chiari e con investimenti che non hanno dato frutti. “Ai miei tempi si controllava tutto, perfino le abitudini alimentari dei giocatori”, ha ricordato, sottolineando quanto oggi manchi attenzione ai dettagli.

Un’estate di scelte decisive

Con la stagione ormai alle spalle, il Milan si trova di fronte a un crocevia. Il futuro di Maignan è solo una delle tante questioni irrisolte. Servirà una visione forte da parte della proprietà e della dirigenza per invertire la rotta e restituire al club rossonero l’identità perduta. La sensazione, però, è che prima di pensare al campo, sia necessario ricostruire le fondamenta di un progetto credibile. E il tempo, come sempre nel calcio, stringe.

Tags AC Milan
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