Il Milan chiuderà questa stagione con un dato allarmante: tra le prime nove squadre della Serie A, solo la Lazio ha subito più gol (45 contro i 39 rossoneri). Una statistica impietosa evidenziata in un reportage di Daniele Longo per Calciomercato.com, che sottolinea come la retroguardia del Diavolo sia uno dei reparti più fragili del campionato.
Solo nelle ultime settimane l’arrivo di Sergio Conceição in panchina e il passaggio alla difesa a tre hanno portato maggiore solidità, con soli due gol incassati nelle ultime cinque partite. Ma non basta. Per il Milan è chiaro: in estate servirà almeno un altro centrale, e il profilo richiesto è ben definito.
La priorità: un leader esperto in difesa
Dopo l’acquisto di Strahinja Pavlović dal Red Bull Salisburgo per 18 milioni di euro, il Milan si è reso conto che serve di più. Il serbo, ancora acerbo sotto il profilo tattico e tecnico, non può essere l’unico rinforzo.
Secondo quanto filtra da Casa Milan, Geoffrey Moncada è alla ricerca di un centrale con esperienza e leadership, in grado di inserirsi subito e guidare la linea difensiva. Un’identità chiara, che deve però conciliarsi con condizioni contrattuali vantaggiose, vista l’attenzione sempre alta al bilancio.
Mosquera, De Winter e Gila: i nomi sul taccuino
Tra i nomi più caldi c’è Cristhian Mosquera, classe 2004, già titolare al Valencia e pilastro della Spagna Under 21. Il suo contratto scade nel 2026, ma il potenziale è evidente. Anche se giovane, ha già esperienza in un contesto ad alta pressione.
A livello nazionale, i profili monitorati includono Koni De Winter del Genoa, già seguito anche dall’Inter, Mario Gila della Lazio e Oumar Solet dell’Udinese. Quest’ultimo, con i suoi 25 anni, è il più esperto del gruppo.

Il confronto impietoso con l’Inter
Il Milan non vive solo un problema difensivo, ma strutturale. Da quando Gerry Cardinale è entrato in società nel 2022, dopo il trionfo Scudetto, i rossoneri hanno perso sei derby consecutivi e hanno assistito impotenti alla cavalcata dell’Inter verso due finali di Champions League in tre anni.
Un divario evidente che, come ricorda MilanNews, non si colma con i bilanci in ordine. Se è vero che Cardinale ha più volte sottolineato la solidità economica del club, è altrettanto vero che l’Inter – pur in difficoltà economiche – ha saputo crescere sul campo. E oggi è lì a giocarsi tutto in Europa, con l’occasione di vincere la sua quarta Coppa dei Campioni.
Vincere prima dei conti: la lezione da apprendere
Se il Milan vuole tornare competitivo, deve prima di tutto rimettere il campo al centro del progetto. Il bilancio in pareggio è importante, ma non è un trofeo. Serve una visione sportiva forte, guidata da competenze vere e non da slogan aziendali.
Le parole non bastano più: servono acquisti mirati, un’identità tattica chiara e, soprattutto, figure dirigenziali capaci di prendere decisioni strategiche corrette. Solo così il Milan potrà tornare a vincere — e a guadagnare — come accade nel calcio che conta.