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Milan e il rebus del direttore sportivo: decisione entro fine maggio

Il Milan si trova ancora senza un direttore sportivo operativo, a quasi un anno dall’addio di Paolo Maldini e Ricky Massara. Nonostante le promesse iniziali di ricostruire una catena decisionale solida, la realtà dei fatti racconta un club paralizzato dalle indecisioni. Una situazione che rischia di compromettere l’intera preparazione alla stagione 2025-26.

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, la dirigenza rossonera è consapevole della necessità di colmare il vuoto lasciato, ma continua a rimandare. La decisione, definita ormai “non più rinviabile”, dovrebbe arrivare entro la fine di maggio.

Una farsa che si trascina: cosa sta succedendo in società?

In un precedente articolo abbiamo definito questa ricerca come una farsa dirigenziale, con tempo prezioso sprecato e la stagione 2024-25 che ha già evidenziato tutte le lacune organizzative. L’amministratore delegato Giorgio Furlani e il direttore tecnico Geoffrey Moncada non hanno ancora trovato un punto d’incontro su cosa serva davvero al Milan.

Il club cerca una figura tradizionale, vicina alla squadra e capace di gestire il calciomercato. Ma le idee divergenti nei piani alti frenano ogni progresso, generando frustrazione anche tra i tifosi.

I nomi sul tavolo: da D’Amico a Manna, ma restano ostacoli

I nomi più caldi sono Tony D’Amico, Giovanni Manna e Igli Tare, ma ognuno presenta ostacoli rilevanti. D’Amico, fortemente stimato da Furlani, è sotto contratto con l’Atalanta fino al 2027, con opzione di rinnovo. L’Atalanta, per ora, non sembra disposta a lasciarlo partire.

Manna, invece, resta ancorato al progetto Napoli, dove ha la missione di affiancare Antonio Conte nella costruzione della nuova rosa. Anche in questo caso, difficilmente si arriverà a una svolta prima della fine del campionato.

Tare e Sartori: esperienza, ma poco entusiasmo

Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, ha incontrato Furlani per un colloquio approfondito a metà aprile. La sua esperienza non è in discussione – come si può leggere anche su Wikipedia – ma non convince del tutto il management rossonero, che ha scelto di non affondare il colpo.

Giovanni Sartori, attualmente in forza al Bologna, è un altro profilo esperto, ma la sua filosofia di lavoro sembra poco compatibile con le attuali dinamiche interne di Casa Milan.

Milan, rischio immobilismo: si valuta anche lo status quo

Incredibilmente, l’ipotesi che prende quota nelle ultime settimane è quella di non cambiare nulla, mantenendo la struttura attuale con Furlani e Moncada a gestire il mercato in tandem. Una scelta che andrebbe contro quanto dichiarato pubblicamente dalla società nei mesi scorsi, ma che diventa sempre più realistica con il passare del tempo.

In questo scenario, Zlatan Ibrahimović avrebbe un ruolo marginale, limitato a situazioni strategiche e motivazionali, senza partecipazione attiva alla gestione del mercato.

Un club fermo rischia grosso: il tempo stringe per il Milan

Il pericolo più grande è il tempo perso. Mentre Napoli, Juventus e altri club hanno già annunciato gli allenatori per la prossima stagione, il Milan è ancora al palo. E come sappiamo, maggio è il mese delle decisioni strategiche: giocatori, allenatori, budget e programmazione vanno pianificati ora.

La stagione 2025-26 comincia oggi, non ad agosto. Se il Milan continuerà a rimandare, il rischio è di trovarsi ancora una volta a rincorrere, in campo e fuori.

La scelta del nuovo direttore sportivo sarà un crocevia fondamentale per il futuro rossonero. Ma la dirigenza è chiamata a passare finalmente dai sondaggi ai fatti. Entro fine maggio, il Milan dovrà smettere di aspettare e decidere. Perché chi resta fermo nel calcio moderno, finisce inevitabilmente indietro.

Tags AC Milan
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