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Perché Conceicao ha citato Allegri parlando del futuro: non è un caso

Il Milan si ferma, ma solo sul fronte decisionale. In attesa della finale di Coppa Italia del 14 maggio a Roma, ogni discussione sul futuro della società è stata sospesa. Una scelta precisa, forse inevitabile, per non destabilizzare l’ambiente alla vigilia di un appuntamento che può salvare – almeno in parte – la stagione rossonera. Ma dietro la pausa apparente si muovono dinamiche che coinvolgono la panchina, la direzione sportiva e le strategie per il domani.

Conceição, un futuro da decifrare

La situazione più incerta resta quella legata a Sergio Conceição. Se qualche settimana fa sembrava certo al 99% il suo addio a fine stagione, ora la percentuale è scesa al 90%. E il tecnico portoghese non fa nulla per dissipare i dubbi. Il Milan è ancora lontano dalle zone nobili della classifica – nono posto attuale – ma ha trovato una certa continuità grazie anche al nuovo assetto tattico (il 3-4-3) e alla spinta emotiva del successo complessivo nel derby con l’Inter, chiuso con un netto 4-1.

Nonostante i segnali incoraggianti, Conceição ha lanciato più di un messaggio criptico. Prima del derby aveva dichiarato: “Parlerò di queste cose a fine stagione”. Dopo la vittoria di domenica ha rincarato la dose: “Tra un mesetto dirò anche io quello che voglio… Magari andrò in vacanza in Algarve”. E nel citare Massimiliano Allegri ha sollevato nuove ipotesi, svelando con ironia che certi discorsi non riguardano solo lui: “Poi quello che succede a me, ad Allegri o ad altri, non mi riguarda. Perché Allegri? Perché si parla sempre di lui”.

Allegri, nome pesante ma senza contatti

Quel riferimento ad Allegri non è passato inosservato. Il tecnico livornese è tra i nomi sul taccuino della dirigenza rossonera da mesi, pur senza sviluppi concreti. Libero da contratto dopo l’esperienza alla Juventus, Allegri rappresenta un profilo di altissimo livello, capace di riportare identità ed esperienza in una squadra che, oggi, appare ancora in costruzione. Tuttavia, l’eventuale arrivo dell’allenatore è subordinato alla scelta – ancora non effettuata – del nuovo direttore sportivo.

Paratici, Tare, D’Amico: il casting DS è ancora aperto

Il nodo principale resta proprio la figura del DS. Giorgio Furlani ha portato avanti numerosi colloqui, ma a oggi non è stata presa alcuna decisione definitiva. Fabio Paratici, ex Juventus e attualmente legato a un ruolo consulenziale al Tottenham, è stato a lungo il nome più vicino alla firma. Un accordo verbale era stato raggiunto a inizio aprile, ma la trattativa si è improvvisamente bloccata al momento della chiusura. E anche il successivo incontro, avvenuto durante il weekend di Pasqua tra Paratici e Gerry Cardinale, non ha prodotto sviluppi significativi.

Nel frattempo, è emerso che l’amministratore delegato Furlani ha parlato anche con Igli Tare, ex Lazio, ora in attesa di una chiamata ufficiale. Sullo sfondo resta Tony D’Amico, attuale direttore sportivo dell’Atalanta, legato ai bergamaschi fino al 2027 ma considerato il preferito dell’area tecnica rossonera.

Una quiete solo apparente

L’impressione è che la società stia guadagnando tempo, prendendo ogni decisione solo dopo la finale di Coppa Italia. Una strategia attendista, utile per evitare distrazioni in campo ma che rischia di ritardare scelte fondamentali per il futuro. La rosa del Milan ha bisogno di una direzione tecnica chiara e di una visione precisa, in un momento in cui il distacco dalle prime della classe si è allargato sia in termini di punti che di progetto.

Il mese di maggio sarà decisivo. Tra la Coppa, le ultime gare di campionato e gli annunci attesi a fine stagione, il Milan è pronto a voltare pagina. Ma per farlo davvero, servirà più di una vittoria: serviranno scelte forti e definitive. Il tempo delle riflessioni sta per finire.

 

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