Il Milan è a un crocevia fondamentale per il proprio futuro dirigenziale e sportivo. Dopo una stagione caratterizzata da più ombre che luci, il club di via Aldo Rossi si trova ora nella delicata posizione di dover scegliere il nuovo direttore sportivo che accompagnerà la prossima fase del progetto tecnico. A guidare il casting è in prima persona l’amministratore delegato Giorgio Furlani, che sta vagliando attentamente diversi profili. Tra questi, il nome che sembra aver guadagnato maggiore attenzione negli ultimi giorni è quello di Igli Tare, ex ds della Lazio.
Tare in pole: due incontri e una visione comune
Il dirigente albanese ha incontrato Furlani per la seconda volta in pochi giorni. Si è trattato di un confronto definito positivo da più fonti vicine al club, pur senza un esito risolutivo. Nessuna firma né accordo formale, ma l’impressione è che tra le parti ci sia stata una convergenza di vedute su diversi aspetti, soprattutto legati alla visione tecnica del Milan del futuro. Il fatto che Tare sia libero sul mercato, senza vincoli contrattuali, gioca a suo favore, rendendolo immediatamente disponibile a insediarsi a Casa Milan e iniziare a lavorare da subito.
Secondo quanto emerso, Tare avrebbe già suggerito due nomi per la panchina della stagione 2025/26: Massimiliano Allegri e Vincenzo Italiano. Due allenatori con filosofie differenti, ma entrambi apprezzati per la loro gestione del gruppo e la profonda conoscenza del calcio italiano. Un segnale che conferma come il dialogo sia andato oltre la semplice esplorazione formale, toccando temi concreti e prospettive operative.
Gli altri candidati: tra vincoli e silenzi
Tare non è l’unico nome sul tavolo di Giorgio Furlani. Restano in corsa anche Giovanni Sartori, oggi al Bologna, Giovanni Manna, in uscita dal Napoli, e Tony D’Amico, attualmente all’Atalanta. Tuttavia, a differenza di Tare, questi dirigenti sono ancora legati contrattualmente ai rispettivi club, e almeno per ora non sembrano intenzionati a liberarsi nel breve termine. Questo rallenta inevitabilmente i tempi e le manovre rossonere, che devono confrontarsi con interlocutori multipli e con situazioni contrattuali complesse.
Particolarmente interessante è il dossier Tony D’Amico, dirigente stimato negli ambienti di via Aldo Rossi. Il Milan lo tiene sotto osservazione, ma per arrivare a lui sarebbe necessario intavolare una trattativa con l’Atalanta, società non facilmente incline a liberare uno dei suoi uomini chiave senza condizioni vantaggiose. Un’operazione tutt’altro che semplice. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Una decisione che potrebbe slittare
Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, la scelta definitiva sul nuovo direttore sportivo potrebbe slittare a dopo la finale di Coppa Italia. Questo eventuale rinvio non è da intendersi solo come una questione di tempistiche organizzative, ma potrebbe nascondere una strategia ben precisa. Il Milan, infatti, potrebbe voler attendere la situazione contrattuale di uno dei candidati ancora impegnati ufficialmente con altri club, oppure semplicemente sta prendendo il tempo necessario per valutare ogni dettaglio prima di un annuncio tanto importante.