Tra il Milan e le residue speranze europee ci sono di mezzo l’Atalanta e Mateo Retegui, incontrastato capocannoniere del campionato con 23 gol. Una sfida che non è solo una partita di alta classifica, ma anche un doloroso promemoria per il club rossonero.
Già, perché l’attaccante italo-argentino, avrebbe potuto vestire proprio il rossonero. Esattamente un anno fa, quando giocava nel Genoa, Retegui fu proposto alla dirigenza del Milan. Il prezzo era accessibile — 22 milioni di euro più 3 di bonus — ma a Milanello si preferì temporeggiare, poi virare su altri obiettivi.
Una scelta che oggi pesa come un macigno
Il Milan scelse di non affondare, frenato dai dubbi sul rendimento del giocatore e dalla preferenza per un profilo più esperto. Alla fine, la scelta cadde su Alvaro Morata, reduce dalla vittoria dell’Europeo. Una decisione che oggi viene letta come un errore strategico: Morata ha deluso, segnando poco, integrandosi male e lasciando Milanello già a gennaio per accasarsi in Turchia. Una partenza che ha costretto la società a un nuovo investimento, stavolta su Santiago Gimenez, arrivato a stagione in corso per tappare una falla creata da valutazioni sbagliate.
Nel frattempo, complice il grave infortunio occorso a Scamacca in estate, l’Atalanta si è mossa con decisione. In pochi giorni ha chiuso l’affare Retegui con il Genoa, versando quei 22 milioni più bonus che oggi appaiono come un affare clamoroso. Il rendimento dell’attaccante è stato da subito travolgente: 7 gol entro ottobre, poi una crescita costante fino a diventare il miglior marcatore della Serie A. Una stagione di maturazione e affermazione, che lo ha trasformato in una delle rivelazioni più brillanti del calcio italiano. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

San Siro, palcoscenico del rimpianto
E ora Retegui torna a San Siro, ma con la maglia sbagliata — almeno secondo i tifosi rossoneri. Sarà lui l’uomo più atteso nella sfida di domani sera alle 20.45, un match che per il Milan ha il peso di una finale. L’Europa è ancora lì, ma per conquistarla bisogna superare proprio quel giocatore che avrebbe potuto rappresentare il presente e il futuro dell’attacco rossonero. Un paradosso che fa male e che alimenta i rimpianti.
In un calcio sempre più veloce, dove intuizione e tempismo fanno la differenza, il caso Retegui è emblematico. Il Milan ha avuto tra le mani un bomber oggi da 23 gol a stagione e ha scelto di lasciarlo andare. L’Atalanta, invece, ha colto l’attimo e ora si gode il suo miglior attaccante. Per i rossoneri, sarà difficile non pensare a ciò che poteva essere. E se il gol decisivo di domani portasse ancora la firma di Retegui, il rimpianto diventerebbe ancora più amaro.