Paulo Fonseca torna a parlare del suo passato recente con toni carichi di emozione e autocritica. Oggi alla guida dell’Olympique Lione, l’ex allenatore del Milan si è aperto in un’intervista a L’Équipe ripercorrendo il turbolento periodo sulla panchina rossonera, un’esperienza segnata da pressioni soffocanti, incomprensioni e un legame mai realmente esploso con il mondo milanista.
Fonseca e il Milan
Fonseca non lo nasconde: l’esperienza al Milan, conclusasi bruscamente il 30 dicembre scorso con un esonero, rappresenta una ferita ancora aperta. “Forse avrei dovuto prendermi una pausa”, ammette il tecnico portoghese, che collega la tensione accumulata nei mesi milanesi al crollo emotivo avuto di recente in Ligue 1. “Non potete immaginare la pressione che c’è nell’allenare il Milan”, ha dichiarato, lasciando trasparire quanto il peso delle aspettative, il clima rovente e le difficoltà interne abbiano inciso profondamente sul suo equilibrio personale.
Quella con il Diavolo è stata la prima vera battuta d’arresto nella sua carriera da allenatore. “Sono sempre stato una persona molto calma, non ho mai avuto reazioni violente, nemmeno da bambino”, racconta. Eppure, il mix esplosivo tra la fine dell’avventura al Milan e il ritorno in Francia lo ha portato a un gesto inconsulto che ora paga caro.
La testata di Fonseca non c’è, ma costa carissimo
Il 2 marzo scorso, nei convulsi minuti finali di Lione-Brest, Fonseca ha perso completamente il controllo. Espulso dall’arbitro Benoit Millot per proteste durante un consulto VAR, si è avvicinato minacciosamente al direttore di gara mimando una testata. Un gesto che non ha avuto contatto fisico ma che è bastato per scatenare una durissima reazione disciplinare: nove mesi di squalifica, fino al 30 novembre 2025, con il divieto di accedere agli spogliatoi fino al 15 settembre.
“Ho sbagliato, lo riconosco e accetto la punizione”, ha detto, senza cercare scuse. Ma la connessione tra il crollo emotivo e la pressione post-Milan è evidente. “Tra l’esonero e l’inizio con il Lione non ho avuto un momento di pausa, ho semplicemente continuato, ma non ero più lucido”.
Notte amara a Old Trafford
A complicare un momento già delicato è arrivata, proprio ieri sera, anche l’eliminazione dell’OL dall’Europa League. I francesi, in vantaggio per 4-2 contro il Manchester United nei tempi supplementari, si sono visti strappare la semifinale da una clamorosa rimonta inglese, firmata da Bruno Fernandes su rigore e da una perla del giovane Mainoo. Fonseca, ancora scosso, ha parlato di “un mix di emozioni” e ha elogiato i suoi per il coraggio mostrato: “Meritavamo di più, ma dobbiamo imparare e restare concentrati fino alla fine”.
Una stagione in salita
Tra la pesante squalifica e l’amarezza europea, la stagione di Paulo Fonseca rischia di prendere una piega complicata. Eppure, dalle sue parole traspare ancora una voglia intatta di lottare, di rimettersi in gioco, di dimostrare. Ma intanto resta il rimpianto di un’esperienza milanista interrotta troppo presto, mai davvero decollata. E la consapevolezza che, a volte, anche i professionisti più preparati possono cadere quando il peso delle aspettative diventa insostenibile.