La stagione 2024-25 del Milan verrà ricordata, salvo miracoli, come una delle peggiori dell’ultimo ventennio. Un’annata “generazionalmente negativa” in cui i rossoneri hanno collezionato delusioni su ogni fronte: noni in campionato, eliminati dalla Champions League nella fase a gironi “estesa” per mano del Feyenoord – che solo pochi giorni prima aveva esonerato l’allenatore e venduto il suo bomber Gimenez proprio al Milan – e costretti a giocarsi tutto in Coppa Italia, con un ritorno difficilissimo contro l’Inter. Una stagione tumultuosa tra rivoluzioni dirigenziali, tensioni interne, critiche feroci, proteste dei tifosi e persino boicottaggi nelle celebrazioni per il 125° anniversario del club.
Eppure, in questo caos calcistico, una luce continua a brillare con intensità crescente: Tijjani Reijnders.
Reijnders, il regista illuminato del Diavolo

Arrivato in sordina, oggi Reijnders è il volto dell’affidabilità. Il centrocampista olandese ha avuto una crescita esponenziale rispetto alla scorsa stagione, passando da 4 a 18 partecipazioni totali a gol (14 gol, 4 assist). Dati impressionanti per un centrocampista centrale, che lo rendono il miglior marcatore del Milan in tutte le competizioni, nonché il centrocampista più prolifico nei cinque maggiori campionati europei.
Dietro a questi numeri c’è però molto di più. Reijnders è diventato un metronomo moderno: imposta, costruisce, guida il pressing e finalizza. La sua mappa di tocchi e passaggi mostra una presenza onnipervasiva: ovunque ci sia bisogno, lui c’è. È il cuore tecnico della squadra, ma anche il cervello e, quando serve, il braccio armato.
Precisione, eleganza e leadership

L’olandese ha stupito per la sua capacità di unire la qualità alla quantità. Passaggi precisi (89% di accuratezza), visione da regista avanzato, dribbling fluidi e oltre 1000 metri di conduzione palla in più rispetto al compagno più vicino. Reijnders non solo serve i compagni, ma li trascina: è il leader tecnico e tattico di una squadra che ha spesso mostrato smarrimento e mancanza di riferimenti.
Anche i numeri lo incoronano come il miglior passatore e il giocatore più creativo del Milan: primo per passaggi nella trequarti finale, secondo per passaggi filtranti (appena dietro Pulisic), e secondo anche per passaggi su azione complessivi in Serie A.
Un degno erede degli Oranje di Milano

Il Milan ha fatto bene a blindarlo con un rinnovo fino al 2030 e un aumento dell’ingaggio da 1,7 a 3,5 milioni netti a stagione. Le sirene estere suonavano forti – Real Madrid, Manchester United e City – ma i rossoneri hanno trattenuto uno dei pochissimi asset tecnici da cui ripartire.
Reijnders rappresenta anche l’ultima tappa della storia d’amore tra il Milan e l’Olanda. Dopo Van Basten, Gullit, Rijkaard e Seedorf, è lui il nuovo ambasciatore Oranje in rossonero. Proprio a Seedorf assomiglia: intelligenza tattica, tecnica sopraffina, potenza controllata, pur senza lo scatto bruciante.
Il rispetto dei tifosi, il rispetto della squadra

Quando la Curva Sud ha contestato duramente squadra e società nel corso del 125° anniversario, Reijnders è stato tra i pochissimi a ricevere applausi. Un segnale eloquente: in mezzo alla polvere e ai fischi, l’olandese è riuscito a costruirsi rispetto e affetto.
Qualunque sarà il prossimo allenatore – si parla di Massimiliano Allegri, Roberto De Zerbi o Maurizio Sarri – Reijnders sarà fondamentale. Il suo profilo si adatta a ogni filosofia: è regista per il palleggio, incursore per la verticalità, equilibratore per le transizioni.
Attacco: Abraham vs Jovic, il duello per restare

Nel frattempo, in attacco si sta delineando una sfida interessante. Tammy Abraham, arrivato dalla Roma sul gong del mercato estivo, ha iniziato a ritagliarsi uno spazio importante, anche con gol pesanti come quello contro l’Udinese. Il Milan potrebbe considerare di trattenerlo, ma la trattativa con la Roma è tutt’altro che semplice, soprattutto con Alexis Saelemaekers come pedina sul tavolo.
Luka Jovic, invece, ha avuto una parabola opposta: da escluso a risorsa. Il serbo, reduce da un anno difficile, è tornato a segnare con continuità e concretezza, mostrando quella freddezza che ricordava i tempi d’oro con l’Eintracht. I due si giocano, di fatto, un posto nella rosa del futuro: un duello che, con la posta in palio altissima, promette scintille.
Conclusione: dalle rovine, un leader
In una stagione che molti vorrebbero dimenticare, Tijjani Reijnders ha riscritto il suo ruolo e la sua narrativa. È diventato non solo il miglior giocatore del Milan 2024-25, ma anche un simbolo di rinascita possibile. Da qui si riparte: dal cuore olandese che batte forte nel petto rossonero.