Il primo faccia a faccia tra Giorgio Furlani e Igli Tare è andato in scena martedì a Roma, in un clima di grande cordialità e reciproco interesse. Un incontro lungo – circa quattro ore – che non ha prodotto firme né strette di mano definitive, ma ha lasciato sensazioni positive in vista dei prossimi sviluppi. Il Milan, ancora scottato da una stagione opaca e alla ricerca della giusta figura per rilanciare il progetto sportivo, continua a muoversi con cautela, ma Tare sembra aver guadagnato terreno sugli altri candidati.
Un incontro atteso e riservato
L’appuntamento romano ha rappresentato il primo vero contatto diretto tra l’amministratore delegato del Milan e l’ex direttore sportivo della Lazio. Furlani, che ha assunto il controllo del processo di selezione dopo i colloqui preliminari condotti a Londra da Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic, ha voluto conoscere da vicino l’uomo che per 15 anni ha orchestrato il mercato biancoceleste con grande maestria. Nonostante il desiderio di riservatezza, la presenza dell’AD rossonero su un treno diretto verso la capitale non è passata inosservata.
Durante l’incontro, non si è entrati nel merito di nomi di allenatori o giocatori: è stata più una chiacchierata conoscitiva per definire affinità metodologiche e linee guida strategiche. Una sorta di primo appuntamento, utile per tastare il terreno e valutare la compatibilità reciproca.
Tare in pole, ma il Milan non ha fretta
Il nome di Igli Tare appare oggi leggermente avanti rispetto alla concorrenza. L’albanese, svincolato da qualsiasi club e disponibile da subito, offre il vantaggio di una profonda conoscenza del calcio italiano e una comprovata esperienza nel trattare sul mercato, sia in entrata che in uscita. Il suo lungo ciclo alla Lazio è ricco di operazioni rilevanti e intuizioni vincenti.
Tuttavia, Furlani non ha alcuna intenzione di affrettare una decisione tanto cruciale. Il Milan vuole essere pienamente convinto della scelta. Anche a costo di attendere qualche settimana in più. Per RedBird Capital, che guida la proprietà del club, questa nomina rappresenta un punto di svolta: sbagliare sarebbe imperdonabile, soprattutto dopo una stagione in chiaroscuro che ha messo in discussione molte certezze.
Il quadro dei candidati

Tare non è l’unico nome sulla scrivania di Casa Milan. In precedenza, si era valutato Fabio Paratici, ma la sospensione in corso – valida fino al 20 luglio – ha raffreddato i discorsi. Altri profili restano sotto osservazione: da Andrea Berta a Thiago Scuro, attualmente al Monaco, passando per dirigenti italiani come Tony D’Amico, Giovanni Manna e Giovanni Sartori, tutti però al momento ben saldi nei rispettivi club.
Non si escludono sorprese. La strategia di Furlani è quella del “casting silenzioso”, condotto con discrezione e lucidità, alternando incontri di persona a colloqui da remoto. L’identikit resta chiaro: serve un direttore sportivo che conosca il nostro campionato, abbia visione internazionale e sappia costruire un legame solido con la squadra.
Prossime mosse
Dopo l’incontro di martedì, le parti si risentiranno. Forse già prima di Pasqua, più probabilmente subito dopo. Un secondo vertice potrebbe rappresentare il passo decisivo. Ma non è detto. L’impressione è che il Milan voglia arrivare alla scelta finale solo dopo aver esplorato tutte le opzioni possibili. La posta in gioco è troppo alta per lasciarsi guidare dalla fretta.
Igli Tare resta il candidato più caldo, ma la partita è ancora aperta. E come spesso accade in questi casi, il colpo di scena è dietro l’angolo.
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