Negli ultimi anni, la difesa del Milan è stata una vera e propria spina nel fianco per la squadra rossonera. Infortuni, prestazioni altalenanti e una copertura non sempre all’altezza hanno minato la stabilità del reparto arretrato, contribuendo a un rendimento generale spesso inferiore alle aspettative. E nonostante l’attesa per un cambio di rotta nel mercato estivo passato, le soluzioni adottate non hanno convinto né la critica né i tifosi.
Difesa in emergenza: passato e presente
La scorsa stagione ha messo a nudo tutte le fragilità del pacchetto difensivo rossonero. Le assenze prolungate di elementi chiave hanno costretto Pioli – e successivamente la dirigenza – a fare i conti con una coperta corta e poco affidabile. I rinforzi arrivati durante il mercato estivo, tuttavia, non hanno rappresentato il salto di qualità atteso. Secondo molti osservatori, la spesa effettuata non ha prodotto un reale upgrade, anzi, in alcuni casi si è parlato apertamente di risorse sprecate.
Tare, l’uomo giusto per la svolta?
In vista della prossima finestra di mercato, il Milan ha l’obbligo di imparare dagli errori del passato. Il nome più caldo per guidare la rivoluzione tecnica è quello di Igli Tare. L’ex direttore sportivo della Lazio è tra i favoriti per ricoprire lo stesso ruolo in rossonero e potrebbe essere l’uomo giusto per rimettere ordine. A sostenerlo anche Marco Guidi de La Gazzetta dello Sport, che sottolinea come Tare sia stato capace di portare nella capitale difensori affidabili e a basso costo come De Vrij, Acerbi, Luiz Felipe e Gila. Una strategia oculata che, applicata al Milan, potrebbe finalmente garantire un pacchetto difensivo competitivo.
Pavlovic, da flop annunciato a certezza in crescita

Eppure, qualche spiraglio positivo non è mancato. Uno su tutti: Strahinja Pavlovic. Il difensore serbo era stato inizialmente bollato come un acquisto sbagliato, tanto da essere vicino alla partenza nel mercato di gennaio. Ma la società ha deciso di puntare ancora su di lui e, col passare delle settimane, quella scelta si è rivelata più che azzeccata. Le sue ultime prestazioni, in particolare quella solida contro l’Udinese, hanno evidenziato una crescita evidente. Pavlovic ha mostrato cuore, attenzione e maturità tattica, tutti elementi che lo rendono oggi una pedina credibile per il futuro. Non a caso, anche il Real Madrid ha messo gli occhi su di lui, a dimostrazione del suo valore in ascesa.
Il nodo stadio: San Siro o San Donato?

Parallelamente ai discorsi tecnici, il Milan continua a riflettere sul proprio futuro anche fuori dal campo. Il nodo stadio è ancora lontano da una risoluzione definitiva. Dopo anni di incertezze, sembra che il club sia orientato a restare a San Siro, nonostante l’ipotesi San Donato rimanga sul tavolo. Il sindaco Beppe Sala ha espresso perplessità sull’eventuale trasferimento, sottolineando come la vendita dell’attuale impianto resti una questione aperta. Tuttavia, San Donato potrebbe comunque rientrare nei piani futuri del Milan, magari come sede del centro giovanile, progetto a cui la società tiene molto e sul quale ha già investito risorse significative.
Conclusioni: scelte decisive all’orizzonte
Il Milan si trova di fronte a un bivio, tecnico e strategico. Da un lato c’è la necessità di sistemare una difesa che negli ultimi anni ha fatto acqua, dall’altro ci sono decisioni strutturali da prendere che potrebbero definire il destino del club per i prossimi decenni. Igli Tare potrebbe rappresentare una svolta, Pavlovic una conferma da cui ripartire. Ma tutto dipenderà dalla capacità della dirigenza di agire con lucidità, visione e coraggio. Perché la storia del Milan esige molto più che semplici rattoppi.
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