Il risveglio di questo venerdì ha scosso il mondo del calcio italiano, e in particolare l’universo rossonero, con un’inchiesta destinata a far discutere per settimane. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera dodici giocatori di Serie A sono finiti nel mirino della giustizia per presunta partecipazione a scommesse su piattaforme illegali, in particolare su poker e blackjack. Tra i nomi coinvolti c’è anche quello del terzino del Milan Alessandro Florenzi.
Scommesse illegali e riciclaggio: il meccanismo
Il caso, che non ha nulla a che vedere con il match-fixing o le scommesse sulle partite, ruota attorno a due figure chiave: Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera. I due, secondo le indagini, gestivano piattaforme clandestine per il gioco d’azzardo e prestavano denaro ai calciatori coinvolti, che poi restituivano le somme tramite un sistema ingegnoso quanto illecito. Le somme venivano “lavate” attraverso una gioielleria, dove i debitori saldavano il conto ricevendo in cambio fatture per oggetti di lusso – Rolex, gioielli – che però non portavano mai a casa. Un meccanismo finalizzato al riciclaggio di denaro, e ora sotto la lente della magistratura.
Le possibili conseguenze per i calciatori
Al momento, Florenzi e gli altri indagati rischiano un’accusa per partecipazione a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La sanzione amministrativa può arrivare fino a 500 euro, ma l’aspetto sportivo sembra meno grave: finché si tratta di giochi come poker e blackjack, la giustizia sportiva non dovrebbe intervenire. Una situazione ben diversa, dunque, da quella che ha coinvolto in passato Sandro Tonali, in un contesto ben più legato al mondo delle scommesse sportive.
Un Milan in crisi su tutti i fronti
La notizia si abbatte come un fulmine su una stagione rossonera già fortemente deludente. Nonostante il trionfo in Supercoppa Italiana, che ha portato in bacheca il 50° trofeo della storia del club, il bilancio è pesantemente negativo. Il distacco di nove punti dalla zona Champions League è solo la punta dell’iceberg di una gestione che, tra scelte sbagliate su allenatori e giocatori, ha perso il polso della situazione.
Scaroni e la replica della Curva Sud

Proprio ieri, durante un evento a San Siro, il presidente Paolo Scaroni aveva provato a gettare acqua sul fuoco in un’intervista a Il Foglio, sottolineando come la vittoria in Supercoppa sia comunque un segnale positivo. Ha parlato anche della necessità di un progetto sportivo più ambizioso e di un nuovo direttore sportivo. Ma le sue parole non sono piaciute alla Curva Sud, che ha risposto con una dichiarazione durissima pubblicata sui social.
La tifoseria organizzata ha accusato Scaroni di essere un presidente fantasma, più interessato a “scaldare la poltrona” che a rappresentare i veri valori del Milan. Ha criticato la mancanza di progressi sul nuovo stadio e la trasformazione di San Siro in un luogo per “clienti” e non più per tifosi. La Curva denuncia una società priva di “milanismo”, incapace di difendere la passione e la tradizione, e silente di fronte ai divieti che da mesi condizionano la vita del tifo organizzato.
Per completezza vi riportiamo le dichiarazioni integrali di Paolo Scaroni all’evento “Il Foglio a San Siro”:
“I tifosi sono al centro della nostra attenzione e averli al nostro fianco anche in questa stagione vuol dire che sono resilienti e che sopportano il Milan anche quando il Milan non sta facendo delle prestazioni brillantissime come è stato quest’anno. Anche se lo ricordo, non ce lo dimentichiamo, abbiamo preso la Supercoppa alla fine. Proprio una stagione totalmente negativamente non mi sento di poterlo dire“, ha proseguito Scaroni. “Essere attivi è una cosa, avere successo è un’altra. Sono temi che non sempre vanno insieme. Certo alcuni acquisti hanno portato prestazioni molto valide, altre come Morata non sono state buone operazioni per tanti motivi. Abbiamo però intenzione di rafforzare la squadra con giocatori giovani”.
Sulla questione ultrà “È un problema che abbiamo noi e l’Inter, ma credo anche altre squadre. La magistratura si è focalizzata però su Milano e la ringraziamo perché va fatta pulizia. Cosa che noi stiamo facendo ogni giorno, per assicurarci che i violenti non entrino allo stadio. Poi quando avremo quello nuovo sono convinto che sarà un passaggio epocale, come in Inghilterra”.