Con l’approssimarsi del finale di stagione, il futuro di Carlo Ancelotti si fa sempre più incerto. Il tecnico emiliano, uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio, potrebbe essere arrivato al capolinea della sua seconda esperienza al Real Madrid. E mentre i Blancos inseguono ancora Liga e Champions, Milan e Roma osservano con crescente interesse.
Il Real Madrid non fa sconti, nemmeno ai vincenti
Essere l’allenatore del Real Madrid è un onore che pesa come un fardello. Le vittorie non sono celebrate come conquiste, ma considerate il minimo sindacale. È questo il clima che Ancelotti ha dovuto affrontare, nonostante abbia arricchito la bacheca del club con altri trofei, tra cui tre Champions League. Ma se la stagione dovesse concludersi senza titoli, Florentino Perez potrebbe decidere di voltare pagina, senza troppi rimpianti.
La sconfitta per 3-0 all’andata dei quarti di Champions contro l’Arsenal complica i piani, così come il distacco di quattro punti dal Barcellona in Liga. Anche in caso di rimonta, tuttavia, diverse fonti spagnole ritengono che l’addio sia già scritto: all’Emirates si è notata una certa distanza tra Ancelotti e i suoi giocatori, quasi a suggerire che l’alchimia si sia spezzata.
Perez prepara il dopo-Carletto
Il presidente del Real non si lascia mai trovare impreparato. Xabi Alonso è il nome in cima alla lista: ex pupillo di Ancelotti e ora protagonista di un vero e proprio miracolo sportivo con il Bayer Leverkusen, è visto come il volto ideale del nuovo corso. Dopo aver rimandato il suo ritorno nella capitale spagnola lo scorso anno, questa volta le condizioni sembrano favorevoli. Sullo sfondo anche Andoni Iraola, oggi al Bournemouth, che si sta facendo notare per un gioco brillante e risultati convincenti.
Roma e Milan: suggestione o realtà?

Mentre a Madrid si progetta il futuro, in Italia due club sognano il ritorno del figliol prodigo. Roma e Milan – le due squadre che Ancelotti ha amato da calciatore – potrebbero rappresentare una chiusura romantica e gratificante della sua carriera in panchina. In particolare, la situazione in casa rossonera appare critica.
Dopo l’esonero di Paulo Fonseca, l’arrivo di Sergio Conceiçao non ha portato la svolta sperata. La vittoria in Supercoppa Italiana è rimasta un fuoco di paglia, seguita da una serie di delusioni tra Champions, campionato e prestazioni deludenti contro tutte le big del torneo. Solo due punti in sei gare contro le prime otto in classifica, 11 gol subiti e una media punti scesa a 1,40 sono numeri che certificano un fallimento tecnico.
Conceiçao verso l’addio: Coppa Italia come ultima spiaggia
Con il quarto posto ormai lontano e le speranze europee ridotte al lumicino, l’unico spiraglio rimasto per il Milan è la Coppa Italia. Un eventuale successo garantirebbe almeno l’accesso all’Europa League, ma non cambierebbe la sostanza: a fine stagione le strade tra il club e Conceiçao si divideranno. E a quel punto, il nome di Ancelotti sarà il primo sulla lista di Ibrahimovic e Furlani.
Un’opzione tutt’altro che tramontata è quella della Seleçao. Ancelotti è stato spesso accostato al Brasile, e vincere un Mondiale sarebbe il sigillo perfetto per la sua straordinaria carriera. Tuttavia, l’idea di affidare la guida tecnica a un allenatore straniero continua a generare resistenze interne alla federazione brasiliana.
Cuore o palmarès: l’ultima scelta di Carletto
Ancelotti ha vinto tutto. Dalla Serie A alla Premier League, dalla Bundesliga alla Ligue 1, fino alle serate da leggenda con la Coppa dalle grandi orecchie. Oggi, però, potrebbe decidere di seguire il cuore più che l’ambizione. Un ritorno in Italia, in una piazza che lo accolga più come uomo che come stratega, non è più un’ipotesi da copertina. È uno scenario sempre più concreto.
Il tempo delle decisioni si avvicina. E in un calcio dove la riconoscenza è merce rara, forse Ancelotti sceglierà l’unico premio che ancora gli manca: la pace.
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