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Milan, l’arte dell’autodistruzione: il dato allarmante e le critiche a Theo e Thiaw

Il pareggio per 2-2 contro la Fiorentina è solo l’ultimo tassello di una stagione che sta sfuggendo di mano al Milan. I rossoneri, ormai scivolati al nono posto in classifica, sembrano aver smarrito identità, fiducia e, soprattutto, lucidità nei momenti cruciali delle partite. Il dato più preoccupante? Sei gol subiti nei primi 15 minuti da quando Sergio Conceicao ha preso il posto di Paulo Fonseca. Una statistica che racconta più di mille parole e che certifica un trend pericoloso: il Milan non entra mai in partita.

I primi minuti: un incubo ricorrente

Il copione si ripete, puntuale come un orologio svizzero. Contro la Fiorentina, i rossoneri si sono ritrovati sotto di due gol già al 10° minuto, compromettendo l’intera partita sin dalle battute iniziali. È una dinamica ormai abituale sotto la gestione Conceicao, con la squadra che regala sistematicamente l’inizio gara agli avversari. E se una volta le rimonte infiammavano San Siro, ora sembrano solo il disperato tentativo di salvare il salvabile.

Da quando è arrivato, Conceicao ha portato una certa aggressività in alcuni frangenti, ma si è mostrato incapace di preparare mentalmente e tatticamente la squadra all’approccio delle gare. Sei reti incassate nei primi 15 minuti in così poche settimane sono un fallimento tecnico evidente. Se la Coppa Italia resta un obiettivo ancora raggiungibile, è anche vero che basterà un’altra partenza ad handicap contro l’Inter per dire addio a tutto.

Hernandez: da leader del Milan a enigma

Uno dei simboli di questa stagione ambigua è Theo Hernandez. Il francese, reduce da annate da protagonista, è apparso spesso disconnesso, svogliato e, nei momenti peggiori, anche controproducente. Contro la Fiorentina, il suo contributo è stato negativo su entrambi i lati del campo: errori in attacco, disattenzioni in difesa, e un episodio che ha fatto discutere.

Durante l’azione del rigore richiesto da Dodo, Hernandez ha smesso di giocare per litigare con l’avversario, lasciando scoperta la fascia sinistra mentre la Viola attaccava. Un atteggiamento che non si può tollerare da un giocatore del suo calibro, soprattutto in una fase così delicata della stagione. Il suo contratto scade nel 2026, ma oggi come oggi nessuno può dire con certezza se meriti un rinnovo o un addio anticipato.

Thiaw e una difesa da ricostruire

Oltre a Hernandez, anche Malick Thiaw è finito nel mirino delle critiche, specialmente quelle di Alessandro Costacurta. L’ex leggenda rossonera ha puntato il dito contro l’ennesimo blackout difensivo, sottolineando la mancanza di concentrazione e i movimenti inspiegabili del centrale tedesco. Il suo autogol e la posizione errata in occasione del secondo gol della Fiorentina sono l’emblema di una retroguardia che non dà garanzie.

La sensazione è che il Milan debba ripartire proprio dalla linea difensiva, che nel giro di pochi mesi è passata dall’essere solida a completamente disfunzionale. Anche Gabbia e Kjaer, pur alternando buone prestazioni, non sembrano poter reggere da soli il peso della responsabilità.

Prospettive e interrogativi per il Milan

Con il campionato ormai compromesso, resta solo la Coppa Italia a salvare una stagione altrimenti fallimentare. Ma se il Milan continuerà a regalare i primi 15 minuti, anche quella speranza potrebbe evaporare. In parallelo, la dirigenza dovrà prendere decisioni difficili: cosa fare con Theo Hernandez? E con Thiaw? Qual è il futuro di Conceicao, se la squadra continua a entrare in campo senza anima?

Il Milan è davanti a un bivio. Continuare così vorrebbe dire rischiare di uscire completamente dai radar europei, con tutte le conseguenze del caso. Intervenire subito, con decisioni forti e impopolari, potrebbe essere l’unico modo per tornare a costruire un’identità e una mentalità vincente.

I tifosi rossoneri meritano di più. E lo meritano fin dal primo minuto.

Tags AC Milan
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