Yunus Musah è stato sostituito dopo 23 minuti contro la Fiorentina: secondo episodio in tre partite. Conceicao risolve nel breve, ma la gestione solleva interrogativi.
Yunus Musah continua a vivere un momento complicato in rossonero. La sfida casalinga contro la Fiorentina, terminata con una nuova delusione per il Milan, ha visto ancora una volta lo statunitense protagonista – suo malgrado – di un episodio che alimenta dubbi sulla sua tenuta mentale e sulla gestione di Sergio Conceicao. Schierato titolare dopo due giorni e mezzo di buoni allenamenti a Milanello, il centrocampista ha tradito le aspettative dell’allenatore portoghese, uscendo dal campo dopo appena 23 minuti, in seguito a un errore grave sul gol del momentaneo vantaggio viola.
L’episodio Musah
La reazione del centrocampista classe 2002 non è passata inosservata: niente saluto in panchina, ma un rientro diretto negli spogliatoi, deluso e – secondo alcune fonti – anche umiliato dalla sostituzione lampo. A San Siro sono piovuti fischi, e Musah ha scelto la via del tunnel per evitarli. Il gesto ha innescato la pronta reazione di Alessandro Florenzi, autentico uomo spogliatoio, che è corso a riprendere il compagno e lo ha riportato in panchina. A sancire la momentanea chiusura del caso, un abbraccio tra Conceicao e Musah al rientro in campo del giocatore, stavolta con la tuta indosso e un atteggiamento più sereno.
Una tendenza preoccupante
Non si tratta, però, di un episodio isolato. Già contro la Lazio, Musah era stato sostituito dopo mezz’ora per motivi tecnici, anche in quel caso a seguito di una prestazione inadeguata. Il ripetersi di situazioni simili nel giro di poche settimane solleva interrogativi non solo sulla maturità tattica e psicologica del giovane americano, ma anche sul metodo adottato da Conceicao nella gestione dei momenti critici dei suoi giocatori. Sostituire un calciatore prima dell’intervallo, per ben due volte in tre gare, può incrinare la fiducia e compromettere la crescita del singolo e dell’intero gruppo.
Spogliatoio compatto, ma tensione palpabile
Nonostante il gesto di distensione finale e la volontà di spegnere subito le polemiche, la tensione nello spogliatoio milanista resta alta. Secondo quanto riportato da più testate, Florenzi non è stato il solo a intervenire per evitare uno strappo.
Anche Pavlovic avrebbe giocato un ruolo chiave nel riportare la calma, a dimostrazione di un gruppo che cerca compattezza nonostante le difficoltà. Ma l’episodio lascia il segno, anche perché molti tra i tifosi e gli addetti ai lavori si chiedono se la gestione del cambio da parte del tecnico non potesse essere più sensibile e calibrata.
Conceicao tra fermezza e responsabilità
Sergio Conceicao si conferma allenatore dal pugno fermo, capace di decisioni drastiche in nome della disciplina tattica. Ma in un momento in cui il Milan cerca equilibrio e fiducia, episodi come quello accaduto con Musah rischiano di diventare un boomerang.
Il caso è stato chiuso nel giro di pochi minuti, è vero, ma la cicatrice resta. E ora, più che mai, servirà un lavoro profondo non solo sul piano tecnico, ma anche su quello psicologico, per recuperare un talento che, per età e potenziale, rappresenta ancora una risorsa importante per il futuro rossonero.