Fino a poche ore fa, sembrava che il Milan fosse pronto a ufficializzare l’arrivo di Fabio Paratici come nuovo direttore sportivo. Tuttavia, questa mattina, il club rossonero ha deciso di interrompere le trattative, lasciando l’intera operazione in sospeso. La decisione ha sorpreso molti, considerando che fino a ieri Paratici era considerato il candidato principale per il ruolo. Ma quali sono i motivi che hanno spinto il Milan a fare un passo indietro? Un’analisi approfondita rivela una serie di ostacoli legati alla sua squalifica.
Le restrizioni della sospensione
Il principale problema che ha bloccato la nomina di Paratici riguarda la sospensione che lo tiene lontano da diverse attività calcistiche fino alla fine di luglio. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’Articolo 9.2 impedirebbe all’ex dirigente di Juventus e Tottenham di rappresentare il Milan in contesti nazionali e internazionali. Nello specifico, non avrebbe potuto partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione né presenziare a conferenze UEFA. Un limite che avrebbe reso complicato il suo operato sin dal primo giorno.
Le restrizioni non si fermano qui: Paratici non avrebbe avuto accesso agli spogliatoi né agli spazi adiacenti, né avrebbe potuto interagire con giocatori e agenti. Questa situazione avrebbe reso praticamente impossibile la gestione del mercato estivo, periodo cruciale per il Milan, che necessita di agire rapidamente per rafforzare la rosa.
Dall’ottimismo al dietrofront su Paratici

Nonostante queste problematiche, fino a questa mattina il Milan sembrava deciso a portare avanti la nomina di Paratici, confidando nella possibilità di superare gli ostacoli legali. Il club rossonero aveva individuato nel dirigente italiano il profilo ideale per gestire la ricostruzione sportiva della squadra, considerando il suo passato alla Juventus, dove aveva orchestrato una rinascita del club dopo un periodo difficile.
Paratici è inoltre un dirigente rispettato a livello internazionale, con un’esperienza importante nello scouting e nelle operazioni di mercato, come dimostrato anche nel suo periodo al Tottenham. Questi fattori avevano convinto il Milan a perseverare nelle trattative, nonostante la consapevolezza delle difficoltà legali.
Tuttavia, nelle ultime ore la dirigenza rossonera ha ritenuto che le limitazioni imposte dalla sospensione fossero un ostacolo troppo grande per essere ignorato. Con la necessità di operare rapidamente in vista della prossima stagione, il Milan ha preferito cambiare rotta e rinunciare alla nomina di Paratici, evitando possibili complicazioni amministrative e gestionali.
Un’estate di scelte delicate
La decisione di interrompere la trattativa con Paratici rappresenta un segnale chiaro sulla direzione che il Milan vuole intraprendere. Ora il club dovrà individuare un nuovo profilo per il ruolo di direttore sportivo, cercando un dirigente che possa immediatamente entrare in carica senza vincoli esterni.
Questa svolta improvvisa apre nuovi scenari per il futuro della dirigenza rossonera, che dovrà muoversi con attenzione per evitare ritardi nelle strategie di mercato. L’estate si preannuncia decisiva per il Milan, e la scelta del nuovo direttore sportivo sarà fondamentale per costruire una squadra competitiva per la prossima stagione.