Per la seconda volta consecutiva, Milan e Inter hanno chiuso il derby con un pareggio per 1-1 a San Siro. Dopo il successo a sorpresa dei rossoneri in Supercoppa Italiana e il pareggio identico in campionato, le due squadre si sono affrontate nella semifinale di andata di Coppa Italia senza riuscire a prevalere l’una sull’altra. Una partita dai due volti, con un primo tempo timido e un secondo tempo esplosivo, che lascia aperta ogni possibilità in vista della gara di ritorno del 23 aprile.
La partita: un copione già visto
La sfida ha seguito un copione noto. Un primo tempo di studio, con l’Inter che ha cercato di imporre il proprio ritmo e il Milan più guardingo e compatto. Solo nella ripresa il match ha acceso i motori, con Tammy Abraham pronto a sfruttare un errore difensivo al 47° minuto per portare in vantaggio i rossoneri. Un’azione degna del miglior Giroud, con il centravanti che ha incrociato in rete senza lasciare scampo.
Ma l’illusione del Milan è durata poco. Al 67° minuto, Hakan Calhanoglu ha ricordato a tutti perché è uno dei centrocampisti più temibili dalla distanza: un bolide dai venticinque metri che ha fulminato Maignan, siglando il definitivo 1-1. L’Inter, che ha avuto sette tiri nello specchio contro i quattro del Milan, ha spesso dominato il possesso, ma non ha saputo concretizzare i propri momenti migliori.
La chiave tattica: equilibrio e pragmatismo
Se da un lato Sergio Conceiçao ha optato per una formazione equilibrata e compatta, dall’altro Simone Inzaghi ha cercato di sfruttare la velocità sulle fasce, puntando sul dinamismo di Calhanoglu e Barella in fase di costruzione. La scelta di abbassare il regista turco per orchestrare l’azione ha dato fluidità al gioco nerazzurro, ma ha anche privato la squadra di una presenza più incisiva tra le linee.
Il Milan, consapevole dei propri limiti, ha giocato una partita intelligente, mascherando la differenza in classifica con una prestazione solida e ordinata. Tuttavia, è mancata la capacità di sfruttare i contropiedi concessi da un’Inter sbilanciata nella ricerca del pareggio.
Leao e Abraham sugli scudi, Maignan salva il Milan

Tra i protagonisti in positivo, spicca il nome di Rafael Leao, che ha più volte eluso la gabbia difensiva dell’Inter, costringendo i difensori nerazzurri a rincorrerlo come Houdini. Eccellente anche la prestazione di Maignan, decisivo con interventi su Barella e Calhanoglu, nonostante le critiche di alcuni quotidiani che lo hanno ritenuto colpevole sul gol subito.
Abraham ha confermato ancora una volta il suo ruolo da trascinatore, mentre Pulisic è risultato sottotono, incapace di dare profondità alla manovra e spesso isolato dalle trame di gioco. Tra i rossoneri, bene anche Gabbia e Fofana, protagonisti di una gara concreta e senza fronzoli.
Inter: dominio senza concretezza
L’assenza di Lautaro Martinez e la condizione non ottimale di Marcus Thuram hanno pesato sull’efficacia offensiva dell’Inter. Correa ha sfiorato il vantaggio nei primi minuti, e De Vrij ha costretto Abraham a un salvataggio sulla linea, ma il cinismo necessario per chiudere la gara è mancato.
Nella ripresa, dopo lo svantaggio, i nerazzurri hanno reagito con determinazione, ma hanno dovuto fare i conti con la giornata di grazia di Maignan. La scelta di Inzaghi di affidarsi a Frattesi si è rivelata un boomerang, con il centrocampista in affanno e colpevole sull’azione del gol.
I voti dei giocatori del Milan: giudizi contrastanti dalla stampa

Le pagelle post-partita mostrano una certa disomogeneità di giudizio. La Gazzetta dello Sport ha premiato Maignan con un 7, stesso voto di Abraham, riconoscendo l’impatto del portiere francese nel tenere a galla il Milan. Pulisic e Jimenez, invece, sono stati bocciati con un 5,5.
Il Corriere dello Sport ha riconosciuto il valore di Reijnders (7), pur evidenziando le difficoltà di Theo Hernandez e Walker. Dalla parte opposta, La Repubblica ha ridimensionato la prestazione di Maignan, accusandolo di responsabilità sul pareggio, e ha assegnato voti mediocri a Walker e Pulisic.
Un pareggio che lascia tutto aperto
Alla fine, il verdetto è rimandato al ritorno, con entrambe le squadre che hanno dimostrato punti di forza e debolezze. L’Inter resta la favorita sulla carta, ma il Milan ha mostrato di poter competere anche in situazioni complicate.
La partita di ritorno del 23 aprile sarà l’ultima occasione per entrambe di staccare il biglietto per la finale di Roma del 14 maggio. Da una parte, l’Inter cercherà di rispolverare il proprio cinismo sotto porta, dall’altra il Milan dovrà capitalizzare meglio le poche occasioni create.
Una sfida ancora tutta da scrivere, con il destino della Coppa Italia appeso a un filo.