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Milan più italiano: ora anche Ibrahimovic non ha certezza sul ruolo futuro

Il Milan ha scelto di cambiare volto anche a livello dirigenziale decidendo di puntare su personale italiano. In questo scenario anche Ibrahimovic rischia.

La stagione 2024/2025 si sta rivelando complessa per il Milan, un club che dopo il secondo posto dell’anno scorso si ritrova ad affrontare difficoltà sia in campo che a livello dirigenziale. A tenere banco è soprattutto il futuro di Zlatan Ibrahimovic, simbolo del recente passato rossonero e ora figura enigmatica in una società alla ricerca di un nuovo equilibrio.

L’assenza di Ibrahimovic e il nuovo assetto dirigenziale

Da giorni Ibrahimovic non si fa vedere a Milanello, una situazione che ha sollevato molte domande sul suo ruolo nel club. Dopo tre settimane di assenza, giustificata inizialmente da una brutta influenza, il campione svedese non si è presentato nemmeno ieri mattina per assistere all’allenamento, alimentando i dubbi sul suo coinvolgimento futuro.

L’arrivo del CEO Giorgio Furlani dagli Stati Uniti ha segnato una svolta dirigenziale: sarà lui a prendere in mano la gestione sportiva, dopo aver sondato il terreno per un nuovo direttore sportivo. Inizialmente, Ibrahimovic aveva partecipato ai primi colloqui a Londra con il fondatore di RedBird Gerry Cardinale, ma ora sembra che il suo potere decisionale stia diminuendo, a favore di un dirigente con esperienza in Serie A e capacità di gestione dello spogliatoio. Tra i nomi favoriti figurano Fabio Paratici, Igli Tare e Tony D’Amico.

Mercato e prospettive future per Ibrahimovic e non solo: ritorno all’italianità

Il Milan è pronto a rilanciarsi attraverso un mercato mirato e un’identità più italiana. Dopo aver puntato su pochi rinforzi nazionali nelle ultime sessioni, l’obiettivo ora è rafforzare la componente italiana della rosa, anche in vista delle restrizioni UEFA. Pietro Comuzzo, difensore convocato in Nazionale da Luciano Spalletti, è uno dei profili più attenzionati.

L’idea è quella di costruire una squadra meno dipendente dai singoli e più compatta, in grado di garantire solidità difensiva e maggiore sacrificio in fase di non possesso, elementi che sono mancati quest’anno. La scelta del prossimo allenatore seguirà la stessa logica: una guida vincente e con esperienza, possibilmente italiana, per evitare i rischi di un azzardo come quello rappresentato da Fonseca.

Sfide decisive e opinioni illustri

L’ex allenatore Fabio Capello ha espresso perplessità sulla gestione sportiva del Milan, sottolineando la confusione nelle scelte dirigenziali e i fallimenti sul mercato. Tra le poche note positive della stagione si salvano solo Pulisic e Reijnders, mentre molti altri acquisti non hanno avuto l’impatto sperato.

Capello si è anche soffermato sulle difficoltà tattiche in vista della sfida contro il Napoli. Una partita delicata in cui il Milan dovrà necessariamente vincere per non compromettere ulteriormente la stagione. L’incontro con il Napoli sarà seguito dalla semifinale di Coppa Italia contro l’Inter, un’altra tappa decisiva per comprendere il futuro della squadra.

Il verdetto finale: tempo di risposte

Le prossime due settimane saranno cruciali per il Milan: tra la corsa al quarto posto in campionato e la possibilità di arrivare in finale di Coppa Italia, i rossoneri si giocano il futuro. La sensazione è che, qualora i risultati non dovessero arrivare, una profonda rivoluzione sarà inevitabile, sia sul campo che dietro la scrivania.

Una cosa è certa: il Milan non può permettersi un’altra stagione deludente. La tifoseria si aspetta risposte concrete e un progetto chiaro che riporti il club ai fasti di un tempo. La strada è tracciata, ora serve il coraggio di percorrerla.

Tags AC Milan
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