Negli ultimi due anni, il Milan ha investito pesantemente sul mercato per cercare di consolidare la propria posizione ai vertici del calcio italiano ed europeo. Tuttavia, nonostante i 110 milioni di euro spesi nelle ultime due finestre di calciomercato, i risultati sul campo non hanno premiato gli sforzi economici della dirigenza, portando a una stagione difficile e caratterizzata da incertezze.
Spese folli e risultati deludenti
L’idea di completare una squadra già competitiva ha portato a operazioni di mercato ambiziose, ma spesso inefficaci. Il caso più emblematico è quello di Emerson Royal, arrivato dal Tottenham per 13,5 milioni di euro come nuovo titolare sulla fascia destra. Purtroppo, il terzino brasiliano ha deluso le aspettative e un grave infortunio contro il Girona ha messo fine prematuramente alla sua esperienza in rossonero.
Non va meglio per il ruolo di centravanti, dove l’acquisto di Alvaro Morata, considerato l’erede di Olivier Giroud, si è rivelato un errore di valutazione. Nonostante un ingaggio importante e il pagamento della clausola da 13 milioni di euro, lo spagnolo è stato ceduto in prestito al Galatasaray a fine mercato, lasciando spazio al costoso arrivo di Santiago Gimenez. Con i suoi 28,5 milioni di euro, l’ex Feyenoord è diventato l’acquisto più caro dell’era RedBird, ma ha contribuito ben poco alla causa, segnando raramente e deludendo soprattutto nell’eliminazione dai play-off di Champions League contro lo stesso Feyenoord.
Tra illusioni estive e rimedi invernali
Zlatan Ibrahimovic aveva parlato di una squadra da ritoccare e completare, ma l’impressione è che l’ambizione si sia trasformata in confusione. A Milano sono arrivati anche Pavlovic, Fofana e Abraham, ma il rendimento non è stato all’altezza delle aspettative. Pavlovic ha alternato buone prestazioni a errori evidenti, Fofana è apparso in calo fisico dopo un buon inizio e Abraham non è riuscito a imporsi, con Saelemaekers – ceduto temporaneamente alla Roma – che ha fatto meglio nella Capitale.

A gennaio, la dirigenza ha provato a rimediare con gli arrivi di Walker, Joao Felix, Sottil e Bondo. Tuttavia, anche queste mosse non hanno sortito l’effetto sperato. Joao Felix, accolto come l’uomo della rinascita, ha brillato solo alla prima partita, per poi spegnersi progressivamente e finire in panchina. Lo stesso Sottil ha giocato con il contagocce, mentre Bondo ha faticato a trovare spazio.
Un crollo inaspettato nella valutazione della rosa
La delusione della Champions League, con l’eliminazione per mano del Feyenoord, ha aperto la strada a una serie di sconfitte contro Torino, Bologna e Lazio. In pochi giorni, le speranze europee si sono infrante e sono emersi tutti i limiti della squadra. Anche a livello economico, il Milan deve fare i conti con un valore della rosa in netto calo: dai 570 milioni di euro di pochi mesi fa ai 524 attuali, con una perdita di 46,5 milioni – la più significativa tra i club italiani.
Un crollo verticale che pone delle incognite sulla politica portata avanti da Red Bird in sede di mercato fatta di diverse operazioni da 20-25 milioni, senza alcun ritorno dal punto di vista sportivo.
The new combined market value of the #ACMilan squad is €524m, the third-highest in Serie A but down €46.5m from the last update.
[via @Transfermarkt] pic.twitter.com/GeAgur7xsI
— MilanData📊 (@acmilandata) March 28, 2025
Domande senza risposte
La domanda resta: gli investimenti sono stati fatti male o ci sono altri problemi alla base di questo fallimento? La gestione delle risorse umane, la scelta degli allenatori e la visione strategica del club sembrano tutte aree da rivalutare per evitare ulteriori crolli e per ridare ai tifosi rossoneri una squadra all’altezza della storia del Milan.