L’agente di Gabbia attacca Conceicao: “Matteo penalizzato perché italiano”

Tullio Tinti, agente di Matteo Gabbia, difende il proprio assistito e attacca Conceicao e il Milan. Per lui Matteo è penalizzato perché italiano.

Nel mondo del calcio, la fedeltà a una maglia non sempre viene ripagata con la giusta considerazione. Matteo Gabbia, difensore cresciuto nel settore giovanile del Milan, si trova oggi a vivere una situazione di incertezza e frustrazione. Nonostante il recente rinnovo contrattuale e le ottime prestazioni quando chiamato in causa, il centrale italiano continua a essere relegato ai margini delle scelte tecniche. Un trattamento frutto certamente dell’errore di Zagabria ma che non convince né i tifosi né il suo agente, Tullio Tinti, il quale ha espresso apertamente il proprio disappunto.

Le parole dell’agente: “Penalizzato perché italiano”

Tullio Tinti, intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, ha criticato il modo in cui il Milan sta gestendo il suo assistito. “Il Milan lo ha rinnovato qualche mese fa, ma essendo italiano deve sempre convincere gli allenatori mentre gli altri arrivano e si prendono la maglia da titolare”. L’agente di Gabbia ha dunque sottolineato una disparità di trattamento che spesso penalizza i talenti locali a favore di nuovi acquisti stranieri. Secondo Tinti, Gabbia ha già dimostrato di essere all’altezza della maglia rossonera, sia per rendimento che per atteggiamento, ma continua a essere messo in secondo piano.

Gabbia: un rendimento che parla chiaro

La scorsa stagione, il Milan aveva deciso di mandare Gabbia in prestito al Villarreal, salvo poi richiamarlo a gennaio a causa della crisi di infortuni nel reparto difensivo. Tornato a Milano, il giovane centrale ha risposto presente, fornendo prestazioni solide e affidabili quando schierato. Secondo un’analisi della Gazzetta dello Sport, il Milan ha testato sei diverse coppie di difensori centrali nel corso della stagione, e Gabbia figura in tre delle prime quattro combinazioni con il minor numero di gol subiti per partita. In particolare, la sua intesa con Malick Thiaw risulta essere la migliore in assoluto, un dato che rende ancora più difficile comprendere il suo scarso utilizzo.

Il caso Maldini: un parallelismo significativo

La situazione di Gabbia richiama alla mente un altro caso emblematico: quello di Daniel Maldini. Figlio d’arte e cresciuto anch’egli nel vivaio rossonero, Maldini ha deciso di lasciare il Milan in estate per trovare continuità altrove. Dopo un passaggio al Monza, il giovane trequartista è approdato all’Atalanta a gennaio per una cifra di circa 7 milioni di euro. Intervistato da L’Eco di Bergamo, Maldini ha spiegato che la determinazione del club nerazzurro e del tecnico Gian Piero Gasperini hanno reso facile la sua scelta. Un trasferimento che sottolinea come, per alcuni talenti italiani, la strada più semplice per emergere passi spesso attraverso l’addio al club che li ha cresciuti.

Conclusione: quale futuro per Gabbia?

La questione Gabbia solleva interrogativi importanti sulla gestione dei giovani talenti italiani nei top club di Serie A. Se il Milan continuerà a preferire altri giocatori, ignorando i numeri e le prestazioni del difensore, non è escluso che anche lui possa valutare nuove opportunità altrove. Per un giocatore che ha sempre dimostrato attaccamento ai colori rossoneri, sarebbe una decisione sofferta, ma forse necessaria per garantirsi il posto che merita. Il Milan farà bene a riflettere, prima di rischiare di perdere un altro pezzo pregiato del proprio vivaio.

Tags AC Milan

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