La recente sconfitta contro la Lazio ha acceso ancora una volta i riflettori sul Milan e sui suoi protagonisti. Tra questi, Rafael Leao si è trovato nuovamente al centro delle discussioni, non tanto per la sua prestazione in campo, quanto per il ruolo che sta assumendo all’interno della squadra. Dopo la gara dell’Olimpico, l’attaccante portoghese ha pubblicato un messaggio su Instagram in cui ha parlato quasi a nome del gruppo: “Purtroppo siamo contro tutto e tutti. Stiamo lavorando per ottenere di nuovo risultati positivi e il gruppo continuerà a essere più unito che mai!”. Parole forti, che confermano un cambiamento evidente negli ultimi mesi: Leao non è più solo un giocatore, ma una delle voci più ascoltate del Milan.
Rafael Leao: un portavoce non previsto
Di tutti i ruoli che potevano essere attribuiti a Leao, quello di portavoce del Milan era certamente il meno atteso. Da metà dicembre, il portoghese è diventato uno dei principali interlocutori della squadra con i media. Leao ha parlato ai giornalisti più spesso rispetto al passato, comparendo in conferenze stampa e rilasciando dichiarazioni dopo le partite. Da Bologna-Milan alla doppia sfida con il Feyenoord, passando per Girona, Como, Milan-Cagliari e la Supercoppa. Il suo volto è diventato uno dei più presenti davanti ai microfoni.
Oltre a queste occasioni, il numero 10 rossonero ha risposto ai media anche in momenti delicati, come nel post-partita di Genoa, Stella Rossa, Sassuolo, Slovan Bratislava e Bayer Leverkusen. Non sempre si è trattato di interviste celebrative: il Milan, quando la situazione si fa difficile, solitamente affida il compito di parlare a Matteo Gabbia, giocatore dallo stile comunicativo pacato e privo di dichiarazioni esplosive. Leao, al contrario, sta diventando un riferimento per il club in questo contesto, sostituendo gradualmente i veterani come Theo Hernandez e Mike Maignan, i quali evitano di esporsi nelle situazioni più complesse.
Prove tecniche da leader
La scelta della società di puntare su Leao non è casuale. Il portoghese è considerato un ragazzo intelligente, legato alla squadra e in grado di rappresentarla. Non a caso, è stato inserito nel gruppo dei capitani durante l’era di Stefano Pioli. Il suo modo di esprimersi è più spontaneo rispetto ad altri compagni e il suo linguaggio del corpo racconta molto di ciò che prova. Non è difficile percepire il suo fastidio di fronte a certe domande, la sua delusione per una partita persa o la voglia di rispondere con forza alle critiche.
Questo nuovo approccio lo ha reso più protagonista anche fuori dal campo. A Bologna, dopo un pareggio deludente, ha chiesto direttamente a un giornalista: “Pensi che non volevamo vincere?”. Dopo la sconfitta contro il Cagliari, ha ammesso senza filtri: “Oggi ci è mancata la cattiveria”. Niente di straordinario, ma un segnale di crescita e di presa di responsabilità.
Sarà così anche con il cambio di capo della comunicazione?

Questo nuovo ruolo di portavoce per Rafael Leao è stato, come ovvio che accada, concordato con la macchina comunicativa milanista e con l’ufficio stampa che dal mese di marzo avrà un nuovo capo. Chiusa infatti la parentesi con Pier Donato Vercellone, ora toccherà all’ex Ferrari Francesca Montini, assumere l’onere di dover gestire la comunicazione rossonera.
In attesa che il tutto venga ufficializzato attraverso comunicato da parte del club, ci auguriamo che questa nuova veste di Rafael Leao venga mantenuta anche in futuro.
Rafael Leao: il bilancio di una stagione contraddittoria
Leao continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, le critiche sulla sua continuità di rendimento non sono scomparse: il suo bottino stagionale sarà simile a quello degli ultimi anni, con circa 15 gol e 10-12 assist. Dall’altro, il suo nuovo ruolo comunicativo rappresenta un’evoluzione inattesa. In un Milan che sta vivendo una stagione fatta di alti e bassi, nulla sembra sorprendere più di tanto. Nemmeno il fatto che uno dei giocatori più discussi sia diventato la voce più riconoscibile della squadra.