Si parla della scommessa De Zerbi al Milan: il tecnico del Marsiglia riempirebbe la lacuna “milanismo” ma non darebbe grandi certezze a livello di continuità.
La stagione del Milan sta prendendo una piega che nessun tifoso rossonero avrebbe voluto immaginare. Dopo l’ennesima annata deludente, la dirigenza sembra aver già deciso: in estate ci sarà un nuovo cambio in panchina. L’attuale allenatore, Sergio Conceicao, sa che le sue speranze di rimanere sono ridotte al minimo e che le prossime undici partite rappresentano solo un’occasione per chiudere con dignità.
In un’annata in cui i rossoneri sono fuori dalla Champions League e occupano un mesto nono posto in classifica, l’unico obiettivo rimasto è la Coppa Italia. L’attesissima doppia semifinale contro l’Inter rappresenta la sola occasione per salvare almeno parzialmente una stagione deludente. Zlatan Ibrahimovic e Geoffrey Moncada sperano che la squadra possa trovare un moto d’orgoglio, anche se la sfiducia e il malcontento del tifo organizzato e non si fanno sempre più evidenti.
Roberto De Zerbi: il nome giusto per ripartire?
Tra i candidati per la panchina del Milan, un nome torna con insistenza: Roberto De Zerbi. L’allenatore bresciano, attualmente in forza al Marsiglia e secondo in Ligue 1, potrebbe essere tentato dall’opportunità di guidare il club in cui ha mosso i primi passi nelle giovanili. La sua capacità di far giocare bene le sue squadre e di gestire la pressione lo rende una scelta intrigante per una società che deve ritrovare entusiasmo e identità.
Tuttavia la carriera di De Zerbi parla ci racconta di un allenatore capace e dalle idee rivoluzionarie, ma ancora troppo instabile a livello di risultati. Sia con il suo Sassuolo che con il Brighton, De Zerbi ha seminato bene e raccolto solo a fasi alterne riuscendo tuttavia ad ottenere buoni risultati, anche se non esaltanti con entrambi i club.
La situazione al Milan è più complessa, il club rossonero ha la necessità di vincere o comunque avvicinarsi il più possibile a farlo per uscire dalla crisi. Roberto De Zerbi da questo punto di vista riempirebbe sicuramente la lacuna del “milanismo” ma non darebbe certezze, vista l’assenza di trofei alzati in carriera.
La sfida, però, è complessa. La situazione attuale del Milan non è solo una questione di allenatore, ma il risultato di una serie di errori ripetuti nel tempo. Proprietà, dirigenza, giocatori e tecnici: nessuno può ritenersi esente da responsabilità.
De Zerbi o no, il problema dell’allenatore è marginale
Quando Gerry Cardinale ha rilevato il Milan nel 2022, il club era in una fase di forte crescita sportiva ed economica. Tuttavia, le scelte fatte da RedBird non hanno convinto, a partire dall’allontanamento di Paolo Maldini. Il suo addio non ha rappresentato solo la perdita di un Direttore Tecnico, ma di un simbolo del Milan, una figura di riferimento per tifosi e giocatori.
La proprietà ha dimostrato di non comprendere a fondo il contesto culturale del calcio italiano, trattando i tifosi più come clienti che come parte integrante dell’anima del club. Anche sul fronte infrastrutturale, il dibattito tra San Siro e il nuovo stadio a San Donato continua a generare divisioni senza arrivare a una soluzione concreta.
Le responsabilità della dirigenza: un modello che non funziona

L’organizzazione dirigenziale del Milan non sembra aver trovato un equilibrio. Il modello all’inglese, con decisioni prese in modo collegiale, non sta dando i frutti sperati. Giorgio Furlani, pur essendo un brillante manager finanziario, ha poca esperienza diretta nel mondo del calcio. Geoffrey Moncada, da eccellente capo scout, si è trovato improvvisamente con responsabilità manageriali più ampie. Zlatan Ibrahimovic, invece, ha un ruolo poco definito e non inserito ufficialmente nell’organigramma societario.
Anche la scelta di Jovan Kirovski come responsabile del progetto Milan Next Gen lascia perplessi. La Serie C italiana ha dinamiche uniche e affidare la gestione a un dirigente proveniente dalla MLS appare una decisione azzardata. Il risultato è una squadra senza una chiara identità tecnica e gestionale.
Come tornare a sognare?
Il Milan si trova in una situazione complessa, in cui non esistono soluzioni rapide. De Zerbi potrebbe rappresentare un punto di svolta, ma senza un progetto chiaro e una struttura dirigenziale solida, anche il miglior allenatore del mondo faticherebbe a riportare i rossoneri ai vertici.
Il club ha bisogno di ritrovare un’identità, costruendo una squadra competitiva e ripristinando il legame con i tifosi. La speranza è che la dirigenza prenda coscienza degli errori commessi e lavori per un futuro all’altezza della storia del Milan.