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Tare vs Paratici: chi sarebbe la scelta giusta per il Milan?

Negli ultimi anni, la figura del direttore sportivo ha assunto un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche dei club che puntano al vertice. In questa ottica il Milan sta cercando il profilo giusto per ricoprire un ruolo da troppi anni relegato ad immagine di contorno. Nel lotto di Cardinale e Ibra ci sarebbero ad oggi due nomi: quelli di Igli Tare e Fabio Paratici.

Entrambi hanno ricoperto incarichi di prestigio, ma con percorsi e risultati molto diversi. In un’eventuale scelta per il futuro del Milan, quale dei due sarebbe l’opzione migliore?

Il “Dilemma Paratici”

Fabio Paratici ha costruito gran parte della sua carriera accanto a Giuseppe Marotta, figura che in Italia è considerata il vero fuoriclasse del ruolo. Tuttavia, lontano dall’ombra di Marotta, Paratici ha avuto difficoltà a mantenere gli stessi standard di eccellenza. Il suo operato alla Juventus ha lasciato più dubbi che certezze, culminando con problemi legali che ne hanno ulteriormente minato la credibilità.

Certo, dal punto di vista della gestione e della tenuta sotto pressione in un ambiente esigente come quello del Milan, Paratici potrebbe rappresentare una certezza, ma basterebbe questo a renderlo la scelta ideale?

L’Esperienza di Tare

Igli Tare ha dimostrato una grande capacità di adattamento e gestione in un contesto molto particolare come quello della Lazio. Lavorando per oltre un decennio con un presidente difficile come Claudio Lotito, è riuscito a costruire squadre competitive pur avendo risorse limitate.

Il suo operato non si è limitato alla semplice gestione del mercato: Tare ha infatti saputo guadagnarsi la fiducia dell’ambiente, dai vertici societari fino ai tifosi, portando a Roma giocatori di valore che hanno sposato la causa biancoceleste oltre ogni aspettativa. Non è inoltre da sottovalutare l’abilità con cui Tare ha saputo mantenere alla Lazio standard elevati fidelizzando gli elementi di spicco (Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Ciro Immobile) riuscendo spesso a strappare rinnovi difficoltosi.

Il Fattore “allenatore”

Un altro aspetto che distingue nettamente Tare da Paratici è il suo rapporto con gli allenatori. Se Paratici ha lavorato spesso con profili già affermati, Tare ha saputo valorizzare tecnici emergenti, come dimostrano gli esempi di Stefano Pioli e, più recentemente, Simone Inzaghi. Questa tendenza potrebbe influenzare anche un’eventuale scelta per il Milan: è probabile che, con Tare in dirigenza, si guarderebbe a profili in crescita come Vincenzo Italiano, Raffaele Palladino, Roberto De Zerbi o persino Cesc Fabregas, figure che incarnano una filosofia calcistica moderna e adatta al contesto italiano.

Discorso decisamente diverso con Paratici che, come detto, ama puntare sul cavallo sicuro. Nel caso di un arrivo dell’ex Juve a Milano, i nomi più gettonati sarebbero quelli di Massimiliano Allegri e Antonio Conte, due tecnici notoriamente vincenti e dalle pretese importanti.

Chi sarebbe la scelta migliore per il Milan?

Da un punto di vista qualitativo, il divario tra Tare e Paratici appare evidente. Tare ha dimostrato di poter costruire squadre solide, sostenibili e competitive, anche senza i mezzi economici a disposizione di altri club di vertice. Tuttavia, l’ambiente Milan rappresenta una sfida diversa: non basta la competenza tecnica, serve anche la capacità di gestire la pressione e le aspettative. In questo aspetto, Paratici potrebbe offrire maggiori garanzie, ma il prezzo da pagare sarebbe una minore qualità nello scouting e programmazione, in funzione ad una maggiore quantità di soldi da spendere sul mercato.

Se il Milan decidesse di puntare su un progetto a lungo termine, capace di valorizzare talenti e allenatori emergenti, Tare sembrerebbe la scelta ideale. La vera domanda è: il club rossonero è pronto a scommettere su una visione coraggiosa e ambiziosa o avrà la forza di affidarsi a una soluzione più tradizionale, costosa e per certi versi “sicura”?

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